Controlli della polizia provinciale vicino alla pozza d’acqua di Recoaro Mille. Fermati 10 automobilisti che catturavano anfibi pronti a depositare le uova
Ecatombe di anfibi nei paraggi della pozza d’acqua di Recoaro Mille. La strada verso l’interno dei campi da sci (tratto usato in inverno dagli sciatori), che ha origine dalla provinciale, a marzo e aprile è chiusa al traffico per consentire il passaggio di rane, rospi e tritoni che si spostano dallo specchio d’acqua dopo aver depositato le uova. In questi giorni è tutto un brulicare di anfibi, tanto da sembrare una danza fatta di salti ritmati da una suggestiva orchestra con il sonoro di tuffi nell’acqua. Escono dal laghetto e affrontano la strada. Nei giorni scorsi c’è stata una moria, con centinaia di rane schiacciate dalle ruote delle auto, che nonostante il divieto di transito hanno percorso quel tratto di strada. Ma ad attenderli al varco c’erano gli agenti della polizia provinciale. Durante una ispezione delle pattuglie, infatti, sono stati fermati e multati dieci automobilisti. La sanzione di 242 euro è la risultanza della somma di alcune trasgressioni. Per il mancato rispetto del divieto di transito, la multa è di 200 euro; lo schiacciamento o la raccolta di rane valgono altri 42 euro di contravvenzione. Il tutto per un totale di 2 mila 420 euro. Nei mesi di marzo e aprile gli anfibi sono in fermento per la stagione degli amori e c’è una forte migrazione dallo specchio d’acqua verso l’esterno, con conseguente riversamento sulla strada. Proprio per evitare il loro schiacciamento il sindaco di Recoaro Terme Franco Perlotto ha vietato il transito alle auto nel rispetto dell’ambiente e della specie. Quando cessa il divieto prescritto per i mesi di marzo e aprile la raccolta delle rane è consentita, però solo durante il giorno e rimane vietata durante la notte. Inoltre, esiste il divieto di superare il chilogrammo di esemplari. Le sanzioni per i trasgressori di queste disposizioni sono una regola. La passione di raccogliere rane a scopo alimentare sembra essere piuttosto diffusa, perché considerate una prelibatezza. Due mesi per la stagione dell’amore. La strada che gravita sulla zona di ripopolamento degli anfibi è vietata, con un’ordinanza, ai mezzi nei mesi di marzo e aprile. Come pure è vietata la cattura. Pena, multe salate. Ma questo non ferma gli appassionati di rane che, in barba ai divieti e pregustandone il sapere una volta fritte (commestibili le cosce), si precipitano a Recoaro per arraffare il “bottino”.
Il Giornale di Vicenza – 9 aprile 2012