La resistenza agli antibiotici è uno dei problemi che la sanità mondiale si trova ad affrontare. Gli antibiotici sono sempre meno efficaci e dai laboratori dei ricercatori non escono proposte per antibiotici che abbiano caratteristiche tali da essere idonei al commercio.
Secondo una nuova ricerca pubblicata su Science of the Total Environment anche il suolo europeo è contagiato dagli antibiotici provenienti dal letame degli allevamenti e questo influisce sulla resistenza antibiotica e ha un suo impatto ambientale.
Lo studio fornisce un approccio per stimare il rischio di contaminazione antibiotica associata a diversi terreni e a diversi prodotti antimicrobici. I ricercatori hanno stimato e mappato i rischi di contaminazione del suolo in tutta Europa e sostengono che questi dati potrebbero essere utilizzati dai decisori politici per stabilire linee guida per le politiche agricole e dell’allevamento.
Una legge europea sancisce che tutti i farmaci usati in medicina veterinaria devono essere soggetti a valutazione ecotossicologica dei rischi ambientali, ma dopo che un prodotto è entrato in commercio, non vi è alcun obbligo di monitorare l’accumularsi nell’ambiente o la resistenza.
Lo studio si basa sul fatto che diversi antibiotici hanno diversi comportamenti quando rilasciati in diversi tipi di terreno. Questi fattori influenzano la valutazione del rischio ambientale.
Lo studio ha valutato diversi antibiotici su diversi tipi di terreno per calcolare il rischio di contaminazione utilizzando una misura che i ricercatori hanno chiamato ‘vulnerabilità del suolo’. Concentrandosi su 12 comuni antibiotici utilizzati nei suini e nei mangimi del bestiame, hanno calcolato la vulnerabilità del suolo basata sulla densità del bestiame (per determinare la quantità di antibiotico rilasciato), sul suolo, sul tipo di antibiotici e sull’uso del suolo.
Secondo la loro valutazione, Belgio, Irlanda, Paesi Bassi, Svizzera, Danimarca, Germania e Regno Unito hanno il più alto rischio di contaminazione, mentre Bulgaria, Grecia e Svezia hanno un rischio molto più basso.
L’enrofloxacina è stata associata con il più alto rischio di contaminazione del suolo in suoli fertilizzati con letame di bovini e suini. La tetracyclina, la tilosina e la sulfodiazina sono ritenuti ad alto rischio, mentre la chlorpyridazina, il florfenicolo e la sulfametazina sono a basso rischio.
Le tetracicline sono gli antibiotici più usati in agricoltura, e sono stati trovati in precedenza in terreni concimati con letame di suini, bovini e pollame. Ma i rischi elevati connessi con le tetracicline e l’enrofloxacina sono anche in relazione ai valori che descrivono le loro caratteristiche quando arrivano nel suolo: rispetto ad esempio ad alcuni degli antibiotici a basso rischio, le tetracicline si attaccano con forza e impiegano molto tempo a disperdersi.
In questo studio, le stime sono state prodotte senza dettagliati dati nazionali, e assunzioni e semplificazioni potrebbero lasciare aperti i risultati ad una certa imprecisione. Sarebbe preferibile utilizzare dati accurati al livello di singole aziende agricole o animali. I dati relativi ai rischi ambientali per gli antibiotici sono stati limitati anche perché le aziende non sono tenute a rilasciare al pubblico tali informazioni. I ricercatori sostengono invece che il libero accesso a questi dati potrebbe aiutare a migliorare le future valutazioni del rischio di contaminazione.
gaianews.it – 1 aprile 2012