Grande riserbo intorno ai lavori per definire il documento che fissa finanziamenti e priorità per la sanità dei prossimi tre anni. Le Regioni lamentano 8 miliardi di tagli
Ma una boccata d’ossigeno potrebbe venire dalla tassa sul cibo spazzatura. Quasi certi i ticket col redditometro
È fissato per oggi alle 17 l’incontro tra il ministro della Salute Renato Balduzzi e i rappresentanti delle Regioni, guidati dall’assessore veneto Luca Coletto, per discutere il nuovo Patto per la Salute 2013-2015. I tempi sono ormai molto stretti, visto che l’accordo dovrà essere firmato entro il prossimo mese di aprile per scongiurare l’entrata in vigore delle misure previste dalla manovra economica di agosto, cosa che tutti, Regioni e Governo, vorrebbero evitare.
Pochissime le indiscrezioni sui contenuti del Patto, a parte il documento dei tecnici regionali, immediatamente smentito dal presidente della Conferenza delle Regioni Errani.
Le richieste avanzate ufficialmente dalle regioni riguardano lo sviluppo delle cure primarie, in particolare delle forme associative, e delle reti territoriali, mirate alla presa in carico di malati cronici e non autosufficienti; l’integrazione socio-sanitaria; una gestione non solo economicista dei Piani di rientro, che salvaguardi i servizi sanitari; la garanzia di investimenti strutturali.
Richieste che si scontrano con un finanziamento che, nello stesso periodo, sarà ridotto di circa 8 miliardi. Per fronteggiare la difficoltà il ministro Balduzzi ha più volte indicato la possibilità di introdurre una tassa sul cibo spazzatura, con il duplice scopo di dare un nuovo gettito per la sanità e scoraggiare il consumo di alimenti dannosi per la salute. Quasi certi anche interventi di modulazione dei ticket, con una sorta di redditometro. “Con le Regioni – ha dichiarato il ministro in un’intervista – stiamo cercando di rispettare i vincoli di bilancio stando attenti a non stravolgere gli equilibri del Ssn e a ridistribuite i carichi, ad esempio con un sistema più equo di esenzioni dai ticket, tarato su fasce di reddito e sulla composizione del nucleo familiare. Cercheremo comunque di arrivare a soluzioni più condivise possibili, confrontandoci con le categorie professionali e anche con le rappresentanze dei cittadini”.
28 marzo 2012 – quotidianosanita.it