«Non tutti sanno che la vendita di farmaci online in Italia è vietata, eppure molti siti propongono la fornitura di medicinali. Se poi aggiungiamo che proprio i farmaci sono i prodotti più contraffatti sul web, ecco delineato un mercato paradossale sul quale le istituzioni come la Guardia di Finanza hanno un gran lavoro da sviluppare».
A parlare è il colonnello Umberto Rapetto, comandante del Gat, il Nucleo speciale frodi telematiche della guardia di Finanza.
L’incidente nell’ambulatorio di Barletta
Sabato 24 marzo, in un ambulatorio di Barletta, una donna di 30 anni è deceduta dopo aver effettuato un esame diagnostico per rivelare la presenza di helicobacter con l’uso di sorbitolo comprato su eBay. Il caso ha riacceso il dibattito sul tema dei medicinali contraffatti. E sul divieto di venderli attraverso la rete.
La posizione di eBay
Oggi eBay «ha immediatamente cancellato tutte le vendite di sorbitolo, che resteranno interdette fino a ulteriori chiarimenti», comunicandolo con una nota. «eBay é profondamente addolorata da quanto accaduto a Barletta sabato 24 marzo. Ci sentiamo vicini alla famiglia della vittima. Le indagini sono in corso e quindi non possiamo commentare sul caso. L’azienda sta cooperando con le autorità locali e internazionali ed é impegnata a fornire tutto il supporto necessario affinché sia fatta chiarezza sulla vicenda». Il sorbitolo (che non è un farmaco, ndr) continua eBay nella nota, «é un sostituto dello zucchero molto diffuso e una sostanza che può essere legalmente venduta, sia attraverso canali di vendita tradizionali che online.
Online contraffatto un farmaco su due
Secondo i dati dell’agenzia italiana del farmaco, i farmaci comprati su Internet, escludendo le farmacie completamente false (ovvero quelle dedite alla truffa informatica), risultano contraffatti in oltre il 50% dei casi. Inoltre, solo l’1% delle 40.000 farmacie online censite sarebbe legale, ovvero controllato dalle autorità competenti. Il resto dell’esistente sarebbe invece rappresentato da farmacie false o illegali. Le prime dedite esclusivamente alla frode, le seconde alla diffusione di prodotti sospetti e non conformi agli standard vigenti.
Gli italiani preferiscono il farmacista
Meglio internet o il farmacista? Solo un italiano su cinque considera utile la prospettiva dell’acquisto dei farmaci da banco online nel nostro Paese e solo il 13% sarebbe disponibile a comprare i farmaci di automedicazione nel web, se tale servizio fosse reso disponibile. Questo è il dato principale emerso da un’indagine condotta da Gfk Eurisko, a giugno, per conto di ANIFA, Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione.
Farmaci online, un fenomeno di nicchia
E-commerce, per i farmaci acquisti superiori alla media nazionale
Secondo una ricerca condotta dal Ministero della salute in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma, condotta su un campione di 866 uomini e 1.458 donne, il 58% degli italiani usa Internet per cercare informazioni su un problema di salute. Alla domanda «Quali informazioni o servizi a carattere sanitario cerca prevalentemente su Internet?», solo il 2,8% risponde di rivolgersi al web «per l’acquisto di farmaci».
NetComm: un bollino per i siti «sicuri»
Il volume d’affari generato dalle vendite di farmaci online è, per ora, non misurabile. «Il fenomeno è ancora marginale – spiega Roberto Liscia, presidente di NetComm, consorzio del commercio elettronico italiano -. Anche le ricerche statistiche che il consorzio ha condotto con il Politecnico di Milano, confermano le piccole dimensioni di questo mercato. Che è però un settore delicato, dove il controllo della filiera è doveroso». Questa è la posizione di NetComm, che sta preparando un codice etico per gli operatori dell’ecommerce e «un sigillo di garanzia NetComm da assegnare ai siti di commercio elettronico che garantiscono un controllo sulla qualità dei prodotti e delle procedure».
ilsole24ore.com – 26 marzo 2012