I cittadini hanno diritto ad avere risposte tempestive su «presunte irregolarità, ritardi o inadempienze delle amministrazioni», altrimenti l’Ispettorato della Funzione pubblica «al fine di corrispondere a segnalazioni da parte dei cittadini può richiedere chiarimenti e riscontri in relazione ai quali l’amministrazione interessata ha l’obbligo di rispondere entro quindici giorni».
Lo ha stabilito la Cassazione (sentenza 10849/12) accogliendo il ricorso della Procura presso il tribunale di Cosenza contro il «non luogo a procedere perchè il fatto non sussiste» nei confronti del direttore e del responsabile dell’Ufficio delibere di una Asl accusati di rifiuto di atti d’ufficio per non avere dato risposte a ripetute richieste ad un dipendente della stessa azienda per avere chiarimenti sulla procedura concorsuale interna alla quale aveva partecipato. Il lavoratore si era lamentato di avere partecipato ad un concorso interno dell’Asl nel quale erano risultati vincitori tutti i rappresentanti sindacali, senza che fossero stati resi noti i parametri valutativi. I dirigenti si erano difesi sostenendo di avere preso visione delle richieste del dipendente solo un anno dopo (da qui anche l’accusa di falso) e il gup del Tribunale di Cosenza aveva dato loro ragione. Ora la Cassazione ha accolto il ricorso del pm e ha disposto un nuovo esame davanti al tribunale sostenendo che i cittadini, al pari dei pubblici dipendenti, hanno diritto ad avere chiarimenti su eventuali irregolarità riscontrate in campo amministrativo.
lastampa.it – 25 marzo 2012