Lo annuncia Calderoli: «Al primo turno Flavio prenderà più del 60%» Il senatur: «Ha vinto il Carroccio». Il primo cittadino: con noi molti del Pdl
La Lega e il “maroniano” Flavio Tosi hanno trovato un accordo sulle Comunali di Verona e sulla questione della lista Tosi che Umberto Bossi non voleva.
Lo ha annunciato Roberto Calderoli in una pausa dei lavori del Parlamento del Nord a Sarego, nel Vicentino, con a fianco il sindaco scaligero, entrambi sorridenti e distesi. C’è la cornice, non ancora il quadro. Il vertice del Carroccio lo tiene coperto. Il velo verrà alzato venerdì a Milano. I punti noti sono questi: Tosi rinuncia alla lista col suo nome e si presenterà nella lista della Lega. Sarà appoggiato da tre o quattro civiche, nel rispetto dei voleri del Senatur. La prima sarà la ex lista Tosi che non porterà il suo nome ma avrà lo stesso un forte riferimento all’attuale primo cittadino. Del resto, questa lista civica del sindaco si sta già organizzando con manifesti, iniziative e soprattutto con i nomi: molti transfughi del Pdl, e qualche volto illustre a sorpresa pescato dalla “società civile”. La seconda civica d’appoggio dovrebbe essere la lista pensionati, la terza dal nome probabile di “Verona è vita” guarda all’area cattolica-centrista con dentro l’Api, più una quarta lista in costruzione. «Venerdì saranno presentati tutti i simboli – ha spiegato Calderoli – Tosi supererà il 60% al primo turno». Vittoria di Bossi, di Tosi, pareggio? Il Senatur lasciando Sarego è di poche parole: «Vittoria della Lega. Gli altri possono avvantaggiarsi solo se noi litighiamo». Luca Zaia, in mattinata, era stato buon profeta: «È ora di una soluzione. Il problema non è la lista con o senza il nome, il problema è la disoccupazione». Il mediatore, Gianpaolo Dozzo, capogruppo al Senato, non si stupisce: «Ha vinto il buon senso, non poteva che finire così. Credo che abbiano superato tutti i problemi in cinque minuti». Sorrisi, pacche sulle spalle, foto ricordo prima Calderoli-Tosi da soli poi a quattro con l’ex ministro Roberto Maroni («sono soddisfatto») e lo stesso Dozzo. Anche a Tosi ve bene così: «Ci siamo parlati e abbiamo trovato una soluzione in cui nessuno prevarica e nessuno cede. Adesso sono ottimista, moltissimi esponenti del Pdl correranno con noi perchè abbiamo amministrato bene e perchè forse la dirigenza del Pdl qualche grosso errore l’ha fatto». Proprio in settimana, ad esempio, il presidente del Consiglio Comunale di Verona, Pieralfonso Fratta Pasini ha dato l’addio al Pdl, dopo 18 anni, per fare rotta verso Tosi. Una botta non da poco per Luigi Castelletti, candidato di Pdl, Udc e Fli.
Quanto alle amministrative, Bossi ha frenato sull’ipotesi da lui stesso lanciata l’altro ieri («se perdiamo saremo costretti ad allearci con Berlusconi») ammettendo che «per adesso non ce n’è la necessità, lui appoggia Monti, noi andiamo avanti da soli». Contro il governo tecnico si concentra l’offensiva della Lega. Mercoledì verranno depositate sette proposte di legge – ha annunciato ieri Calderoli – che mirano a demolire alcuni caposaldi della politica economica di Monti, partendo dalla premessa che «non è vero che ha risanato il debito pubblico, anzi peggiora, l’inflazione riparte, l’economia non va, la pressione fiscale aumenta mentre il calo dello spread è drogato dai prestiti alle banche della Bce di Draghi che al tempo del governo Berlusconi non si degnava di intervenire».
«L’Imu deve tornare nella disponibilità dei Comuni, la tesoreria unica deve tornare agli enti locali, il Tfr va messo direttamente in busta paga – ha spiegato il coordinatore delle segreterie della Lega – Quanto alle pensioni, 40 anni di contributi devono bastare per prenderla. E sempre allo scopo di rendere più pesante la busta paga dei dipendenti, l’abolizione del sostituto d’imposta». C’è anche una proposta di legge di riforma costituzionale «in senso federalista, con l’introduzione del principio del pareggio di bilancio negli enti locali e una vera riduzione del numero dei parlamentari: 200 deputati e 200 senatori». Infine, la questione del soggiorno obbligato scoppiata in Veneto con l’invio di Riina jr a Padova: «La norma va modificata, l’autore di un reato deve rimanere nella regione dove ha iniziato a commetterlo». La Lega affila le armi anche in tribunale. Dopo i ricorsi sulla tesoreria unica lunedì ne partirà un altro. Sarà presentato al Tar dal presidente della Provincia di Vicenza che sarebbe dovuta andare ad elezioni in primavera per la «violazione del diritto di voto».
Gazzettino – 18 marzo 2012