Presentata ai sindaci la situazione che chiede strategie diverse. La Regione: «È questa la realtà che ha sostituito le malattie acute come priorità rispetto alla salute»
Un Veneto su quattro Un veneto su quattro risulta esente perché colpito da una malattia cronica. È questo uno dei dati più “pesanti” che la sanità del Veneto deve affrontare, sia per la spesa del futuro che per l’organizzazione del suo servizio. È quanto ha spiegato ai sindaci riuniti da AnciVeneto il segretario generale della sanità Domenico Mantoan in un recente confronto sul nuovo Piano sociosanitario, durante il quale il dirigente della Regione ha presentato dati inediti sulla situazione del Veneto.
LA NUOVA PRIORITÀ. Le malattie croniche, sottolinea Mantoan, «hanno sostituito quelle acute come problema dominante per la salute: sono diventate la principale causa di disabilità e di utilizzo dei servizi, e assorbono la maggior parte della spesa sanitaria». A crescere in maniera vistosa, tra tutte, sono state soprattutto l’ipertensione (di entrambi i tipi, cioè anche quella senza danni a un organo), che è di gran lunga la malattia cronica numero uno nella nostra regione, e il diabete. Tutto questo implica la modifica del ruolo del medico e del paziente. Quest’ultimo diventa «protagonista attivo della gestione del proprio stato di salute, assumendo comportamenti e stili di vita adeguati». Il medico diventa invece «membro di un team multiprofessionale in grado di elaborare il piano di cura con riferimento alla molteplicità dei bisogni, per garantire la continuità dell’assistenza».
I NUMERI. Le esenzioni arrivano quasi a 2 milioni, ma in molti casi capita che sia la stessa persona a goderne. Il numero di residenti veneti esenti, spiega Mantoan, è di 1,2 milioni: il 25% per cento della popolazione. E non è che si tratti di un’anomalia del Veneto: il confronto con altri tipi di ricerca effettuati a livello europeo sulla percentuale di malati cronici dice che questi indici sono diffusi un po’ ovunque. Ovviamente si tratta prima di tutto di anziani (è il 65% degli ultra65enni a risultare esente per almeno una malattia cronica). Esistono peraltro differenze notevoli tra Ulss e Ulss del Veneto. Nell’azienda sanitaria del Bassanese ad esempio sono registrate 374 esenzioni ogni mille abitanti, mentre nell’Ulss 14 di Chioggia si ha la cifra record di 514 esenzioni. E anche per il diabete ad esempio si va dai poco più di 30 esenti dell’Ulss veronese di Bussolengo agli oltre 60 di quella di Adria. La differenza vistosa tra Ulss può anche essere dovuta a problemi di accessibilità alle strutture per il rilascio dell’esenzione, oppure a diversi stili di rilascio delle certificazioni da parte degli specialisti, oppure anche davvero a diversi profili epidemiologici.
CAMBIO DI STRATEGIA. Insomma, uno dei primi obiettivi oggi è poter avere il polso della situazione molto più precisa sulla diffusione delle malattie croniche tra i veneti, confrontando ad esempio i dati sulle esenzioni con quelli sull’utilizzo dei farmaci (un malato cronico in genere consuma ogni giorno le stesse medicine per tenere sotto controllo la sua situazione). La Regione mira quindi a coinvolgere ciascun medico di famiglia perché sia in grado di «individuare nominativamente i propri assistiti affetti da specifiche malattie croniche, al fine di migliorare il processo di cura». E tra le ipotesi allo studio c’è anche quella di un “118” diverso dalle emergenze sanitarie vere e proprie e dedicato invece proprio ai malati cronici.