Si sta producendo più latte di quanto fosse previsto e se le cose continuano così fino a chiusura campagna, si produrrà tutta la quota assegnata all’Italia.
Con il rischio di “splafonare” ancora una volta. In quel caso, di norma, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, l’Agea, si rivarrebbe in primis sugli allevatori che non sono in regola, poi su quelli che hanno usato il 6 per cento, poi sugli allevatori con quota storica 2007, e per finire su quelli che operano in zone svantaggiate o di montagna. Nel caso avvenisse il prelievo a chi ha sforato del 6 per cento, questi dovranno pagare multe relative al volume di latte prodotto in eccesso. Diverso è per chi supera il 6 per cento. In quel caso viene conteggiata la multa di 27 euro a quintale su tutta la produzione. Dalle informazioni pubblicate al mese di dicembre 2011 si rileva per la campagna in corso – fa sapere l’Agea – un quantitativo consegnato di 8.014.225 tonnellate che, confrontato con quello del periodo aprile-dicembre 2010 di 7.835.995 tonnellate, evidenzia un incremento del 2,27 per cento. Applicando tale incremento alla produzione complessiva della campagna 2010/2011, che è risultata di 10.642.683 tonnellate, si ipotizza una proiezione per la campagna in corso di 10.884.750 tonnellate. Considerato che per la precedente campagna 2010/2011, il quantitativo nazionale di riferimento per le consegne è stato di 10.878.675.430 kg, si profila la fondata possibilità di un superamento della produzione, ancorché di ordine minimo.
In base alla vigente normativa comunitaria, come noto – prosegue Agea – i produttori che abbiano commercializzato in esubero rispetto alla propria quota individuale non vengono in nessun modo assoggettati al prelievo soltanto qualora lo Stato membro non superi la propria quota complessiva; cosa avvenuta nelle ultime due campagne di commercializzazione 2009-2010 e 2010-2011. Viceversa, in caso di superamento, anche minimo, della quota nazionale complessiva, le restituzioni del prelievo mensile sono assoggettate ai criteri previsti nella legislazione nazionale (Legge n. 199/2003, modificata e integrata dalla Legge n. 33/2009). In caso di superamento, quindi, accederanno alla restituzione del prelievo soltanto i produttori in regola con il versamento mensile con priorità per i titolari di aziende ubicate nelle zone di montagna, per quelli nelle zone svantaggiate, per i produttori che non abbiano superato il livello di commercializzazione conseguito nel periodo 2007-2008 o, infine, per quelli che non abbiano superato di oltre il 6 per cento la propria quota individuale.
Per tutti gli altri produttori in esubero, i prelievi versati o comunque dovuti, confluiranno integralmente nel fondo per gli interventi nel settore lattiero-caseario istituito presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ai sensi della Legge n. 33/2009. Il superamento delle quote latte negli anni passati è già costato molto all’Italia. Se si volessero tirare le somme confrontando il totale del prelievo imputato da Bruxelles nel corso degli anni – vale a dire i 4,4 miliardi di euro da cui devono essere sottratti i 440 milioni saldati – e il numero di coloro che secondo il Dipartimento delle Finanze hanno “assolto l’obbligo dichiarativo”, emerge che ogni italiano che paga le tasse si ritroverà ad aver “contribuito” alla causa degli splafonatori, volente o nolente, circa 95 euro. (ilVelino/AGV)
14 marzo 2012