Questa volta, tocca alla quota regionale dell’Irpef. E’ questa l’ennesima causa contro il Governo cui sta lavorando l’ufficio legale della Regione.
«Sui loro cedolini dello stipendio – spiega Luca Zaia – i veneti hanno trovato l’aumento di questa voce. In realtà, però, si tratta di una tassa governativa, perché qui non applichiamo alcuna addizionale. E troviamo scandaloso che si usi lo strumento della tassa regionale, aumentata d’ufficio da Roma, per far pagare la nostra gente. Almeno avessero il coraggio di dirlo che è una tassa messa da loro». Complessivamente, del resto, secondo un calcolo della Cgia di Mestre sarà di 74,5 euro in più il salasso medio che i contribuenti del Veneto subiranno nel 2012 con l’aumento dell’addizionale Irpef regionale, portata dal Governo – con la manovra “Salva Italia” – dallo 0,9% all’1,23%. Una quota fissa, calcolata sui redditi 2011, sulla quale la Regione non applicherà (come non aveva fatto in precedenza) l’ulteriore aliquota discrezionale dello 0,5% – motivo che ha spinto Zaia a definire l’addizionale regionale “una tassa di Stato”. In Veneto l’incremento dell’aliquota dello 0,33% deciso dal Governo sarà pari in totale a 207 milioni 849mila euro. Le stime dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre indagano gli effetti dell’incremento dell’addizionale sulle buste paga dei cittadini veneti: una manovra che porterà complessivamente nelle casse dello Stato 2,2 miliardi di lire, destinati in gran parte al fondo sanitario. Gli aumenti medi per i contribuenti, a seconda delle fasce di reddito, andranno da 50 euro (per chi guadagna 15mila euro lordi) ai 660 (per gli stipendi oltre i 200mila lordi). In sostanza, se il primo aveva pagato nel 2010 un’addizionale regionale Irpef di 135 euro (suddivisi in 11 rate) ora dovrà versare 185 euro; per il contribuente più ricco si passerà da 1.800 euro dell’anno 2010 ai 2.460 euro complessivi per il reddito 2011. Il decreto “Salva Italia”, teoricamente, darebbe anche facoltà alle Regioni di ritoccare all’ingiù l’addizionale. «Ma una fiscalità di vantaggio – sostiene l’assessore al bilancio Roberto Ciambetti – sarebbe possibile solo se la Regione colmasse la differenza, mettendo soldi propri; in questa situazione finanziaria non è chiaramente possibile». Il maggior prelievo fiscale i dipendenti privati lo hanno già visto nel cedolino paga di gennaio. Ma da marzo ci sarà un secondo step peggiorativo con lo scongelamento della sovrattassa comunale, con l’aliquota massima fissata allo 0,8%, che da marzo comincerà ad essere trattenuta in 9 rate in busta paga.
Il Mattino di Padova – 9 marzo 2012