LAVORO E DISAGIO. Un centinaio l’anno le situazioni seguite dallo Spisal. Casi più frequenti nelle aziende manifatturiere e del commercio. Garantito l´anonimato
Prepararsi per andare al lavoro e avvertire un senso di malessere generale, attacchi di ansia e di mal di stomaco. Sono sempre più numerosi i lavoratori dipendenti di aziende pubbliche e private che si rivolgono agli esperti dello Spisal dell´Ulss 20 per denunciare condizioni di stress e forte disagio che possono sfociare nella depressione o in patologie più serie.
Quasi 500 i casi seguiti e gestiti negli ultimi cinque anni dallo Sportello di assistenza e ascolto sul mobbing, servizio che da sperimentale (è operativo dal 2004) è diventato istituzionale proprio per far fronte a questa emergenza.
Che è figlia, come ha spiegato la direttrice dello Spisal, dottoressa Manuela Peruzzi, «del cambiamento che sta vivendo il mondo del lavoro, dove flessibilità e precarietà rendono il lavoratore più fragile e più ricattabile». Un problema, quello dello stress lavoro correlato, talmente diffuso che «il fronte principale per lo Spisal non è più la sicurezza negli ambienti di lavoro, ma la salute dei lavoratori».
I numeri citati dal direttore generale dell´Ulss 20, Maria Giuseppina Bonavina, danno contezza della dimensione del fenomeno: «Il rapporto Istat 2010 dimostra che il 9% dei lavoratori ha sofferto, nel corso della vita, di condizioni di disagio, vassazioni, demansionamento o privazione dei compiti.
L´Organizzazione Mondiale della Sanità stima che entro il 2020 nell´Unione Europea la principale causa di inabilità al lavoro sarà la depressione, con costi per l´individuo, le organizzazioni aziendali e la collettività che si aggirano tra il 3 e il 4 per cento del Prodotto interno lordo europeo».
Forte della legge 8 del 2010 della Regione Veneto, l´Ulss 20, ha quindi deciso di “mettere i gradi” al servizio attivo in via D´Acquisto, nel Palazzo della Sanità, trasformandolo in Sportello di assistenza e ascolto. Spiega la direttrice dello Spisal: «I lavoratori di aziende pubbliche e private potranno rivolgersi allo Sportello, con garanzia di anonimato, per avere informazioni e essere guidati e seguiti in base alla procedura stabilita dalla Regione. Si procederà quindi alla valutazione del disagio lavorativo e si orienterà il lavoratore verso le strutture competenti del territorio, tra cui la consigliera di Parità della provincia per le discriminazioni di genere, che sono assai frequenti, la direzione territoriale del lavoro in caso di conciliazioni. Inoltre l´intervento dello Spisal viene svolto anche in azienda, con il controllo della valutazione del rischio stress-lavoro correlato e delle misure di tutela adottate».
«Dalla casistica degli ultimi cinque anni», illustra la psicologa del lavoro Antonia Ballottin, «che le aziende in cui i lavoratori sono in condizioni di forte disagio sono quelle del settore manufatturiero e del commercio, con meno di 50 addetti. Le aziende, pur sapendo delle condizioni di stress, non intervengono: sono comunque responsabili di quanto avviene».
L’Arena 7 marzo 2012