Un taglio di circa il 20% dei parlamentari. È questa l’ipotesi su cui starebbe lavorando il governo. La bozza messa a punto dai tecnici delle riforme
Nella bozza messa a punto dai tecnici delle riforme è previsto infatti di riscrivere completamente gli articoli 56 e 57 della Costituzione, con una riduzione del numero dei deputati, che passeranno dagli attuali 630 a 508. I senatori passerebbero invece da 315 a 254.
LA BOZZA – Nella bozza di Luciano Violante (Pd), Gaetano Quagliariello (Pdl), Ferdinando Adornato (Udc), Italo Bocchino (Fli), Pino Pisicchio (Api), si stabilisce anche che saranno eleggibili a deputati tutti gli elettori che, nel giorno dell’elezione, avranno compiuto i 21 anni di età. Attualmente la Costituzione prevede il limite dei 25 anni. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero di quelli assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per 500 e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. Per quanto riguarda invece Palazzo Madama, oltre alla riduzione a 254 dei senatori, viene stabilito che nessuna regione potrà avere meno di 5 senatori (ora il numero minimo è di 7). Il Molise ne avrà 2 e la Valle d’Aosta 1, esattamente come ora. Novità potrebbero esserci anche sull’elezione dei senatori: potranno essere eletti senatori coloro che avranno compiuto 35 anni (attualmente si dovevano attendere i 40 anni).
SEMPLIFICAZIONE – Potrebbe essere introdotta anche una semplificazione del procedimento legislativo con superamento del bicameralismo paritario e l’introduzione di elementi di federalismo istituzionale. Si parlerà di «Bicameralismo eventuale» e non più obbligatorio e del potere di richiesta del voto a data fissa da parte del presidente del Consiglio. «Nel caso si accettasse la ripartizione delle competenze tra Camera e Senato sulla base dell’art. 117 della Costituzione – si legge nella nota informativa preliminare alla bozza – la previsione presso il Senato della Commissione per il parere obbligatorio sui ddl relativi alle Regioni, introdurrebbe un elemento di federalismo». Il processo legislativo verrà accelerato, i testi di legge subiranno una sola lettura dalla Camera. L’altro ramo del Parlamento conserverà la prerogativa di poter «richiamare» il testo dietro un’espressa richiesta del suo presidente ma sarà obbligato a licenziarlo entro 15 giorni. In questo modo l’iter legislativo sarà fortemente compresso e i tempi attuali verranno notevolmente ridotti.
LA FIDUCIA – Potenziato, secondo quanto spiega la bozza, il ruolo del presidente del Consiglio. La fiducia è data al solo premier a maggioranza semplice. La sfiducia (solo costruttiva) dovrà essere data, invece, a maggioranza assoluta. In questo caso «la mozione di sfiducia è sottoscritta da almeno un terzo dei componenti di ciascuna Camera, deve contenere l’indicazione del nuovo presidente del Consiglio e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione».
Il presidente del Consiglio invece potrà chiedere al presidente della Repubblica la nomina e la revoca dei ministri e potrà chiedere il voto a data fissa dei provvedimenti del Governo con la facoltà di chiedere al capo dello Stato lo scioglimento delle Camere.
Corriere della Sera – 5 marzo2012