Bassano, riscontrata la «Klebsiella». Vittime ricoverate nello stesso reparto. L’Usl: colpisce il fisico debilitato. Indaga la procura
Tre pazienti oncologici ricoverati all’ospedale di Bassano del Grappa sono morti circa un mese fa. E c’è un sospetto comune sulla causa: in tutti i casi è stata riscontrata la presenza della Klebsiella pneumoniae, un germe che aggredisce chi è molto debole di salute. Secondo l’Usl 3 si tratta di «un ceppo finora mai isolato qui, ma già presente in altri ospedali veneti». L’azienda sanitaria di Bassano sta portando avanti un’indagine epidemiologica interna per studiare la questione, mentre la Procura della città del Grappa ha aperto un’inchiesta. Dopo aver trasmesso la segnalazione ai sistemi di sorveglianza sanitaria regionale e nazionale, la direzione dell’Usl vicentina informa che «sono state messe in atto tutte le misure previste per evitare la diffusione del germe». L’attività ospedaliera procede regolarmente: «I locali utilizzati per l’assistenza a questi pazienti – si legge in una nota – sono stati sottoposti a disinfezione e i prelievi finora eseguiti sui materiali hanno dato esito negativo».
Inoltre, dopo le morti delle tre persone ricoverate nel reparto di medicina per «malattie a prognosi infausta », l’azienda specifica che «non si sono verificati altri casi ». Secondo quanto ricostruito dagli addetti ai lavori dell’ospedale, nei tre ricoverati (un cinquantenne e due anziani) colpiti da tumore si è manifestata l’infezione e nell’arco di qualche settimana sono morti. «La Klebsiella pneumoniae è un germe noto – spiega il direttore sanitario dell’Usl bassanese, Cristina Beltramello – normalmente lo abbiamo addosso e non dà alcun problema, però negli ultimi anni è progressivamente mutato e nelle strutture ospedaliere può attaccare chi è molto debole di salute. I germi si sono selezionati e sono resistenti agli antibiotici». E potrebbero aver accelerato il processo verso la morte in quelle tre persone. L’ospedale San Bassiano ha attivato tutte le procedure del caso, disinfestando le stanze dove i tre pazienti erano passati, ma non ha sottoposto a profilassi chi è venuto in contatto con loro, perché non considerato opportuno. In sintesi, la Klebsiella è letale per chi è già in condizioni precarie, ma in un soggetto sano non darebbe problemi. «È un germe “ubiquitario”, che convive senza problemi con gli organismi umani dotati di normali difese immunitarie – sottolinea l’azienda sanitaria di Bassano – una delle sue varianti è diventata, nel corso degli anni, estremamente aggressiva. E all’interno degli ospedali ha assunto un ruolo significativo nell’aggravamento delle condizioni di pazienti critici ».
L’Usl 3 dichiara di essere «costantemente impegnata nella prevenzione e nel controllo delle infezioni legate all’assistenza sanitaria, attraverso il “Comitato infezioni ospedaliere” e il suo gruppo operativo» e ricorda che le «infezioni ospedaliere a livello nazionale colpiscono dal 4,5 per cento al 7 per cento dei pazienti ricoverati e che non sono tutte prevenibili. La mortalità nei pazienti colpiti da infezioni ospedaliere in Italia è di circa l’1 per cento, perché spesso esse si instaurano in pazienti in condizioni critiche». Un fenomeno influenzato «dall’aumento della resistenza dei germi agli antibiotici disponibili, dalla crescente complessità dei pazienti (l’evoluzione delle terapie permette una più lunga sopravvivenza a malattie severe) e dalla maggiore invasività dell’attività sanitaria». Conclude il direttore generale dell’Usl 3 Valerio Alberti: «La presenza dei germi multiresistenti riguarda tutti gli ospedali, purtroppo. E neppure il San Bassiano ne è esente».
Corriere della Sera – 3 marzo 2012