Ma i dg non prendono il premio dal 2008. Con le diarie e i rimborsi i posti più ambiti sono in agricoltura. Ecco i compensi dei manager regionali
Dopo le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri, la Regione ha pubblicato sul Bollettino ufficiale, come ogni anno, anche i compensi e le indennità percepiti dai presidenti, i direttori generali e i membri dei consigli d’amministrazione delle sue società e degli enti strumentali, Usl comprese. Un bell’esempio di trasparenza, al quale dovrebbero ispirarsi, forse, i molti manager di Stato che in questi giorni fanno i ritrosi di fronte alle analoghe richieste del governo Monti. Districarsi tra le tabelle rese note da Palazzo Balbi non è semplice, perché in molti casi alle somme percepite a titolo di indennità (tutte lorde e su base annua) si aggiungono poi premi di risultato a volte corrisposti, a volte no, a volte solo in parte, diarie variabili e rimborsi spese non meglio quantificati. Mentre chi siede nei consigli può percepire gettoni che variano dai 25 ai 260 euro a seduta.
Ad ogni modo, il contratto più cospicuo è certo quello dei direttori generali delle Usl, che percepiscono 154.510 euro all’anno a cui deve aggiungersi un premio di risultato del 20% che porta quindi il guadagno complessivo a 184.800 euro. Il punto è che i dg non si vedono riconosciuto il premio dal 2008, quando pure ottennero solo una prima tranche. Al secondo posto si piazza Fausto Luciani, il direttore di Avepa, l’agenzia per i pagamenti in agricoltura, che grazie al premio e alla diaria, e tolta la decurtazione imposta dalla giunta nel 2010, fino alla fine di novembre ha percepito 180.300 euro. Il suo successore, Fabrizio Stella, con analogo conteggio porta a casa ogni anno 176.717 euro. Stella siede anche nel cda di Veneto Sviluppo, ma ha rinunciato a riceverne i relativi compensi ossia altri 3.222 euro di indennità annuale e 227 euro di gettone per ogni seduta del consiglio. Già che ci siamo, piccolo focus sulla finanziaria regionale: nonostante sia la società più ricca e più avvezza a maneggiar denari (siamo nell’ordine di svariate centinaia di milioni di euro), vede il suo presidente, Marco Vanoni, fermarsi ad appena 33.435 euro l’anno. Scendendo dal podio dei manager più ricchi, la situazione si fa un po’ più confusa. Guardando infatti alla sola indennità, s’incontra Silvano Vernizzi, qui in qualità di amministratore delegato di Veneto Strade, società al centro delle polemiche recenti per un’esposizione bancaria di 80 milioni di euro che ha messo in apprensione Palazzo Balbi. Il ruolo nella «società dell’asfalto» fa rima con 144.000 euro l’anno ma Vernizzi è anche commissario del Passante e della Pedemontana e segretario generale del settore Infrastrutture della Regione, un incarico, quest’ultimo, che gli assicura altri 167.543 euro.
Prima di lui, se però si volesse fare un conto all inclusive, si piazzerebbe Paolo Pizzolato, l’amministratore unico di Veneto Agricoltura, agenzia oggetto di un vasto progetto di riforma: col premio del 20%, e senza la diaria e i rimborsi pure previsti, per lui si leggono 148.329 euro. Stesso discorso andrebbe fatto anche per altri quattro dg, quelli delle Usl di Thiene e Belluno, dello Iov e dell’Azienda ospedaliera di Verona, che hanno dovuto firmare il nuovo «contratto depotenziato» della Regione che fa calare i compensi dei manager della sanità dai 154.510 euro dei primi in classifica a 123.608 euro, sempre con premio (promesso) del 20%. Lo stesso contratto, ma stavolta senza gratifica, è stato applicato anche al direttore dell’Arpav, Chicco Pepe, che si ritrova tra le mani un’agenzia per l’ambiente con un buco stimato attorno ai 40 milioni. Se si fa riferimento alla sola indennità, invece, senza l’aggiunta della ricompensa per «i risultati raggiunti» (evidentemente considerati un di più rispetto alla normale attività), la classifica dei top manager pubblici vedrebbe dopo Vernizzi Sergio Rosato, il direttore di Veneto Lavoro, a cui vengono riconosciuti 130.000 euro con un premio del 10%. Menzione d’onore per Giuseppe Fasiol, dirigente del settore Infrastrutture che siede in Ferrovie venete e Alemagna a zero euro, e per Giuseppe Dal Ben e Adriano Cestrone, che gestiscono gratis due Usl, Chioggia e Padova, oltre a quelle di competenza, ossia Adria e l’Azienda ospedaliera della città del Santo. Rinuncia all’indennità il presidente del Parco dei Colli Euganei (i consiglieri ci stanno pensando) mentre sono a quota zero i compensi del presidente del Parco Delta del Po e del presidente e i consiglieri del Parco della Lessinia. Il meno pagato di tutti? E’ il presidente della Rocca di Monselice, Ferdinando Businato. Da contratto gli dovrebbe essere riconosciuto un gettone da 46,48 euro. Ha detto «no, grazie ». Resta per l’onore.
Corriere Veneto – 25 febbraio 2012