Bilanci di tutte le Asl d’Italia certificati per legge da un ente terzo scelto con gara pubblica e obbligo per gli amministratori, a cominciare dai governatori, di denunciare i deficit alla magistratura penale e alla Corte dei conti.
Sul modello toscano. Ha preso carta e penna e ha scritto a Mario Monti e alla commissione d’inchiesta della Camera. Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, non ci sta: la vicenda del buco di oltre 300 milioni della asl di Massa Carrara brucia troppo, a dispetto di conti e assistenza locale al top. E addirittura dei bilanci locali già quasi dappertutto certificati. Se capita in Toscana, è il ragionamento, cosa può accadere altrove? Perché i buchi di una Regione dovrebbero pagarli tutte le altre? Così Rossi chiede di inserire la regola – che la stessa Bocconi, “casa madre” di Monti, sponsorizza – con la prossima ripartizione dei fondi sanitari: «Farò fino in fondo questa battaglia.Il servizio pubblico si salva e può andare avanti solo se ha i conti in regola». Presidente Rossi, perché questo affondo? A Massa Carrara tutto è nato per gli interessi di un amministratore che per sua stessa ammissione truccava i conti per farsi un tesoretto personale. Proprio grazie ai nostri bilanci certificati, caso unico in Italia, abbiamo scoperto la situazione e preso tutte le contromisure. Ho subito rimosso ivertici, commissariato la asl e denunciato i fatti alla Procura e alla Corte dei conti. La vigilanza sulla filiera è massima. Anche con l’adozione di principi contabili che hanno preceduto la stessa Ragioneria generale. Abbiamo conti in regola, senza ricorrere a ticket e all’aumento delle tasse.I nostri bilanci sono sani perché certificati anche se siamo incorsi in un grave errore che però ha alzato la soglia di vigilanza. Maibilanci doc non sono bastati. Chissà altrove che capita. Penso al Sud, e non solo. Non sta a me dirlo, tanto meno fare nomi e cognomi. Sono convinto però che il nostro sistema debba diventare una regola generale. Obbligatoria, per legge. Sarebbe imbarazzante se a fronte dell’obiettivo del pareggio di bilancio entro il ao13, dovessimo scoprire inopinatamente che la mancata certificazione contribuisce a produrre un buco nei conti dello Stato che non avrebbe un’entità trascurabile. Non possiamo permettercelo. Il Governo non può permetterlo. Certificazione anti imbrogli e truffe: bastasse… Anche nel privato la certificazione da sola non è stata sempre sufficiente a mettere al riparo da imbrogli. Ma il principio fondamentale è l’intervento di un ente terzo responsabile di certificare che quel bilancio è stilato correttamente. La mia esperienza, prima da assessore e ora da presidente, sta lì a dimostrarlo. Anche voi amministratori dovrete metterci la faccia. Io penso di aver avuto un comportamento corretto nel caso di Massa. Di fronte all’emergenza di un ammanco come quello scoperto, sono andato alla Procura penale e a quella contabile e ho avviato le procedure di rivalsa. Sarebbe quanto mai auspicabile un provvedimento di legge specifico che richiami la responsabilità dell’autorità politica. L’obbligo della denuncia alla magistratura penale e alla Corte dei conti. Fino alla rimozione degli amministratori che non lo facessero, per stroncare ogni eventuale connivenza e fare massima trasparenza. Sarebbe essenziale soprattutto per la sanità, già colpita da troppi tagli e troppo pesanti. Oltre che a Monti, porrà il problema anche agli altri governatori magari per trovare una soluzione nel Patto per la salute col Governo? Sicuramente. Nel Patto, oltre che della certezza di fondi adeguati perla sanità, bisogna discutere della certificazione dei bilanci. L’interesse dello Stato è anche quello della mia regione. Non vorrei che la scoperta di un deficit sommerso in sanità producesse altre manovre e tagli a carico dei cittadini. E non vorrei che la Toscana ne dovesse risentire al pari delle altre regioni. Prima di subire altri tagli chiedo che anche le altre regioni portino bilanci certificati da soggetti esterni. Non possiamo pensare che Regioni con bilanci certificati siano trattate come quelle che non li certificano.
Questo vale anche per il riparto dei fondi del Ssn? Per il riparto chiedo che, oltre ai costi standard e alla deprivazione, sia previsto anche il criterio dei bilanci certificati per il riparto dei fondi. Intendo fare fino in fondo questa battaglia. Su questi temi si deve arrivare a un chiarimento. Il momento è ora, subito.
il Sole 24 Ore – 20 febbraio 2012