Importante novità ieri al tavolo sulla riforma del mercato del lavoro tra governo e parti sociali. Il ministro del Welfare Elsa Fornero ha spiazzato tutti – soprattutto la Confindustria – col suo annuncio: “I contratti a termine costeranno di più”.
Tecnicamente ai lavoratori a scadenza sarà applicata la cosiddetta formula malus-bonus. Che consiste nel far pagare di più i contratti a termine, e nel restituire all’azienda il maggior esborso una volta stabilizzati.
Il 71,5% dei nuovi contratti sono precari
Insomma un meccanismo per evitare l’abuso di contratti a termine che c’è stato in questi anni. Nel quinquennio 2005-2010, infatti, il 71,5% delle assunzioni è avvenuto con un contratto a tempo determinato. Per favorire la “flessibilità buona”, come l’ha definita la Fornero.
Confindustria spiazzata
La mossa è piaciuta ai sindacati. Soprattutto perché inattesa. “Dopo tre anni bui questo governo dice che la precarietà va combattuta”, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
Non l’ha presa bene invece la Confindustria. Tant’è che immediatamente dopo la conclusione del tavolo Emma Marcegaglia e gli altri rappresentanti dei datori di lavoro hanno chiesto un incontro privato con la Fornero.
“Noi – ha detto il leader dei Confindustriali – siamo pronti a ragionare su tutte queste questioni. Però manca un pezzo: quello della flessibilità in uscita. La nostra risposta, dunque, arriverà solo quando sul tavolo ci sarà l’una e l’altra”.
Il nodo articolo 18
Dovrebbe essere infatti questo lo scambio a cui lavora la Fornero: meno flessibilità in entrata in cambio di più flessibilità in uscita. Il secondo passo, quindi, e trovare l’accordo sulla riforma dell’articolo 18.
Non solo. Con i proventi derivanti dai maggior contributi sui contratti precari, la Fornero intende recuperare risorse per pagare la disoccupazione.
17 febbraio 2012