Danni per quasi 300 milioni di euro all’agricoltura con migliaia di animali da allevamento morti tra mucche, cavalli, pecore, conigli e polli: 6mila solo nelle Marche. La Coldiretti stila un primo bilancio delle conseguenze di «soli quindici giorni» di maltempo.
E mette in conto centinaia di edifici rurali e di stalle crollate, la distruzione di quasi duecentomila tonnellate di verdure e il calo della produzione di latte: almeno 25 milioni di litri in meno. La classifica delle regioni che pagano di più il gelo e la neve vede il Lazio in testa, con un danno da 35 milioni. A seguire, i 32 milioni dell’Abruzzo e i 30 delle Marche e della Sardegna. «È necessario verificare se ci sono le condizioni per un intervento straordinario del fondo di solidarietà dell’Ue», dice il presidente di Coldiretti Sergio Marini. Nei giorni del maltempo, spiega Coldiretti, il 65% degli italiani ha dovuto cambiare le abitudini di spesa. La colpa è stata dell’aumento dei prezzi, della scomparsa di alcuni prodotti dai supermercati per le difficoltà nelle consegne, e anche dell’impossibilità materiale a raggiungere i negozi: la conseguenza è stata un calo delle vendite del 5%. L’aumento dei prezzi è stato sensibile su alcuni prodotti, come cavolfiori +32%, zucchine +27%, carote +13% e cipolle +12%.
I conti li ha fatti anche l’Adiconsum. Secondo l’associazione, con il blocco dei Tir e il maltempo, il carrello della spesa riempito con frutta e verdura è aumentato mediamente di 2,25 euro a settimana, quasi 10 euro al mese e 120 euro all’anno. Se i prezzi sono lievitati, si difende la Cia, non è colpa degli agricoltori: «I prezzi degli ortaggi all’origine sono diminuiti del 25 per cento. Occorre correggere le anomalie del mercato». La Cia propone il doppio prezzo (origine e dettaglio) da applicare sui cartellini di vendita e osservatori regionali per evitare speculazioni. Il bilancio dei danni stilato da Coldiretti è comunque parziale. Le conseguenze sulle piante potranno essere verificate solo nei prossimi giorni. A rischio sono le produzioni future: «Occorrono anni – spiega Coldiretti – prima che si possa sostituire la pianta e che quella nuova inizi a produrre».
Il bilancio regione per regione vede il Lazio in testa con una stima di 35 milioni di danni. Colpa «soprattutto della neve – sostiene Coldiretti – che ha provocato l’isolamento di numerose aziende e il crollo di stalle e capannoni. Simile la situazione dell’Abruzzo dove oltre la metà dei danni va collegata a crolli per il peso della neve e alla morte di animali, con numerosi capi bovini e pecore disperse. In Sardegna si è registrato un tracollo della produzione orticola: prime vittime i finocchi e i pregiati carciofi sardi (-50 per cento). Nelle Marche è stimata una perdita di oltre 6 mila animali da allevamento e la distruzione di numerose stalle e capannoni rurali». In Toscana e Puglia si teme per le piante di olivo: la memoria corre al 1985 e ai danni che provocò il gelo. In provincia di Ravenna il freddo ha provocato una moria di api. Gelo killer anche in Piemonte: le prestigiose viti del Cuneese mal sopportano i meno 20 gradi.
17 febbraio 2012