A tanto ammontano i danni erariali al Ssn rilevati dalle Procure in attesa di giudizio contabile. Nel 2011 già notificati 22 milioni di euro di risarcimento. Lo rileva la relazione della Corte illustrata oggi.
“La sanità conferma di essere un terreno abbastanza fertile per il verificarsi di fattispecie dannose per la finanza pubblica”. Questo l’incipit della relazione della Corte dei conti nel capitolo dedicato ai danni erariali nella sanità della relazione presentata oggi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012.
Le Procure regionali – sottolinea la Corte – hanno attivato numerosi processi in materia sanitaria che sono tuttora in attesa della valutazione del giudice contabile. I danni contestati ammontano complessivamente ad un importo particolarmente rilevante, circa 333 milioni di euro, quasi tutti relativi a presunti danni patrimoniali, per l’esatta quantificazione dei quali, ovviamente, occorre attendere le relative pronunce.
Nel corso del 2011- spiega la relazione – la Corte dei conti ha avuto modo di occuparsi di vicende in tale ambito in oltre un centinaio di occasioni, decidendo risarcimenti ammontanti complessivamente ad oltre 22 milioni di euro, a cui saranno tenuti 144 soggetti persone fisiche ed 8 persone giuridiche.
Circa la metà dell’importo è frutto di pronunce d’appello ed ha quindi acquisito il carattere di definitività, mentre l’altra metà riguarda sentenze di primo grado, quasi sempre devolute al giudizio di appello, non ancora svoltosi, e nell’ambito del quale, come è noto, sarà possibile usufruire, ricorrendone le condizioni, della riduzione del danno addebitato nella misura compresa almeno del 30 e fino al 10 per cento.
Giurisprudenza d’appello delle Sezioni centrali e di quella siciliana.
Sono state 26 le sentenze emesse dalle Sezioni d’appello (centrali e siciliana) per un importo complessivo di oltre 11 milioni di euro, dovuti da 34 persone fisiche. Nove sentenze della Sezione Iª centrale hanno confermato condanne di primo grado relative tutte a danni patrimoniali, per un importo complessivo di oltre 10 milioni di euro, concernenti fattispecie di vario genere: danni indiretti per errori sanitari in Toscana e Basilicata, corresponsione di indennità di rischio non dovute in Emilia, ammanchi alle casse ticket ed economali nel Lazio e in Campania, illecite prescrizioni di prodotti farmaceutici in Molise, violazioni delle regole procedimentali contrattuali in Toscana, irregolare rapporti con case di cure private in Abruzzo, danni da disservizio in Calabria.
In alcuni casi gli originari importi di condanna sono stati ridotti ovvero sono state accolte le istanze per la definizione agevolata del giudizio. Tra queste – segnala la Corte – figurano l’illegittima decadenza dell’incarico di direttore generale in un’ASL del Piemonte, violazioni in materia contrattuale in Lombardia, ammanchi alla cassa ticket in Umbria, irregolare trasferimento di un dipendente in Calabria, un danno indiretto a seguito dell’esito letale di un grave incidente stradale causato da un dipendente dell’ASL in Emilia, l’acquisto irregolare di beni e servizi in Piemonte, casi di assenteismo in Umbria, violazioni delle disposizioni in materia di attività libero-professionale sempre in Umbria e rimborso di spese legali non dovute nelle Marche.
Reso definitivo inoltre il risarcimento di un importo complessivo di oltre 273 mila euro (di cui quasi 266 mila per danni patrimoniali ed oltre 8 mila per danni all’immagine), per tipologie di danno attinenti all’irregolare acquisizione di beni e servizi in Toscana, all’irregolare espletamento dell’attività libero- professionale intramuraria ed extra ospedaliera nel Lazio ed in Toscana, all’illecita prescrizione di farmaco particolarmente costoso in Umbria, al danno indiretto da errore sanitario, con conseguente danno all’immagine, in Piemonte. A queste pronunce va aggiunta una sentenza della Sezione siciliana d’appello, totalmente confermativa di una condanna al risarcimento di oltre 98 mila euro per spese ingiustificate derivanti da un progetto relativo ad una campagna informativa concernente l’emergenza dell’influenza aviaria.
Giurisprudenza di primo grado delle Sezioni giurisdizionali regionali.
Sono state emesse complessivamente 83 sentenze di condanna, che hanno riguardato oltre un centinaio di soggetti persone fisiche (taluni con più condanne) ed anche una decina di soggetti persone giuridiche, decidendo importi di condanna per quasi 11 milioni di euro complessivi.
La maggior parte delle sentenze concernono i danni patrimoniali (oltre 10,1 milioni di euro); in via residuale le pronunce riguardanti il danno all’immagine (euro 771 mila). A livello territoriale – segnala la relazione – l’importo di condanna complessivamente più consistente è stato deciso dalla Sezione Calabria con oltre 2.700.00 euro di risarcimento, riferibili tutti a danni patrimoniali. Tra di essi si evidenzia la condanna di un dirigente medico dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro per un risarcimento di 76 mila euro per avere violato il rapporto di esclusività con l’Azienda medesima avendo, illegittimamente, esercitato attività libero professionale intramuraria ed avendo svolto attività extraistituzionale, in carenza di autorizzazione, così violando la disciplina delle incompatibilità. Per la stessa ipotesi di responsabilità amministrativa sono in attesa di giudizio presso la Corte calabrese più di altri cento medici.
A quasi 1,9 milioni di euro ammontano le sentenze di condanna emesse dalla Sezione Toscana. Tra di esse spicca il risarcimento di oltre 1,5 milioni di euro per danno patrimoniale ed altri 200 mila euro di danno all’immagine, inflitto ad un presunto medico anestesista per aver esercitato, benché privo del possesso del diploma di laurea, l’attività sanitaria per circa 27 anni presso un’Azienda ospedaliera che lo aveva a suo tempo assunto sulla base di documentazione risultata poi falsa.
Nel Lazio, la Corte di primo grado ha pronunciato condanne per quasi 1,6 milioni di euro complessivi per fattispecie di vario genere (danni indiretti da lesioni, truffe e falsità, opere inutilizzabili ancorché pagate, illecite mansioni superiori, indebita transazione, danni all’immagine per abusi sessuali, irregolare affidamento di incarichi).
La Sezione Liguria ha deciso un’unica, ma eclatante fattispecie di danno erariale in materia sanitaria, riguardante un caso di truffa al S.S.N. effettuata da alcuni medici e farmacisti, i quali avevano ideato un articolato sistema di false prescrizioni, che oltre ad essere numericamente eccessive erano anche ideologicamente false: i primi compilando ricette per patologie diverse da quelle sofferte dagli assistiti o in misura notevolmente eccedente le necessità terapeutiche dei medesimi, ovvero intestando ricette ad assistiti risultati deceduti anteriormente alla data della prescrizione, i secondi, consapevoli del raggiro, fornendo compiacentemente in sostituzione farmaci di fascia “C” o altri prodotti non rimborsabili, ma chiedendo ed ottenendo il rimborso dalla A.S.L, delle predette ricette non veridiche.
La vicenda, prescrittasi in sede penale, ha però comportato in sede contabile un risarcimento di oltre 819 mila euro (la richiesta risarcitoria della Procura era stata di quasi 1,4 milioni).
Altri importi di particolare rilievo complessivo, si sono avuti in Campania (oltre 1.050.000 euro), Piemonte (oltre 580.000 euro) e Puglia (circa 568.000 euro). Piuttosto diffusa la fattispecie di esercizio non corretto della professione medica intramuraria o privata; ricorrenti anche i casi di rimborsi ottenuti, ma non dovuti, a carico del S.S.N. da strutture non correttamente accreditate o convenzionate; fra le tipologie di diverso genere, si sono registrati anche casi di danni da disservizio, violazioni amministrative, conferimenti di incarichi, ecc. In attesa di esito, infine, perché solo recentemente dibattute, fattispecie di danni erariali relativi alla mancata distribuzione diretta dei farmaci del prontuario PHT (i più costosi) (Sezione Friuli V.G.) ed all’elusione al sistema ed ai principi di accreditamento delle strutture private ed alla disciplina sulla esclusività del rapporto d’impiego del medico dipendente dal S.S.N. (Sezione Emilia Romagna).
Citazioni in attesa di giudizio.
Rilevanti e consistenti sono pure le fattispecie in attesa di essere valutate dalle Corti territoriali. Le Procure regionali hanno attivato numerosi processi in materia sanitaria che sono tuttora in attesa della valutazione del giudice contabile. I danni contestati ammontano complessivamente ad un importo particolarmente rilevante, circa 333 milioni di euro, quasi tutti relativi a presunti danni patrimoniali, per l’esatta quantificazione dei quali, ovviamente, occorre attendere le relative pronunce. Il dato, comunque, è già di per sé significativo della rinnovata attenzione prestata dal P.M. contabile ai fenomeni di malcostume che accadono nel settore. Una parte significativa di tali azioni è dovuto ai rapporti delle forze dell’ordine (in primis Guardia di finanza e Carabinieri), circostanza che conferma la già rilevata riluttanza delle amministrazioni danneggiate a sporgere l’obbligatoria denuncia di danno erariale.
quotidianosanita.it – 16 febbraio 2012
Corte conti, Italia evasione Iva al top supera il 36%
L’evasione Iva in Italia è al top in Europa, superata solo dalla Spagna. Inoltre, sono aumentate di oltre 1.7 miliardi di euro le entrate da accertamento e controllo conseguite nel 2011 rispetto all”anno precedente.
Sono le indicazioni della Corte dei conti emerse in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012. Non solo: la corruzione, il malaffare e l’illegalità sono ancora molto forti, molto più di come appare.
L’allarme è stato lanciato dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino. Alla cerimonia partecipa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Presenti, tra gli altri, anche i ministri Paola Severino, Anna Maria Cancellieri, Piero Giarda, Lorenzo Ornaghi e Renato Balduzzi. Presenti anche il vicepresidente del Csm Michele Vietti, i
vicepresidenti di Camera e Senato Leone e Nania, il leader del Pd
Pier Luigi Bersani e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
L’evasione sull’Iva supera il 36 per cento
L’evasione fiscale sull’Iva supera il 36 per cento, uno dei valori più elevati tra i grandi paesi europei, ha affermato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino. «Analisi accurate condotte per l’Iva – ha detto Giampaolino – evidenziano per l’Italia un tax gap superiore al 36 per cento, che risulta di gran lunga il più elevato tra i grandi paesi europei, con l’eccezione della Spagna (oltre il 30 per cento)».
Ilsole24ore.com – 16 febbraio 2012