Sulla valanga di emendamenti al decreto Liberalizzazioni è scattata la tagliola. Il presidente della Commissione Industria del Senato, Cesare Cursi (Pdl), ha cominciato a tagliare gli emendamenti inammissibili.
Sui primi 10 articoli già sono state scartate 72 proposte di modifica. La seconda tranche delle inammissibilità sarà affrontata invece oggi. «Gli emendamenti rilevanti al decreto non saranno più di 30-40», rileva uno dei due relatori al provvedimento, Filippo Bubbico del Pd, che sdrammatizza le polemiche sul loro eccessivo numero. «Molti di essi – ha spiegato – o sono identici o comunque sono analoghi, e la loro discussione è unica. Per questo possiamo dire che il dibattito si concentrerà su un numero ben più ridotto di proposte di modifica, 300 o 400. Se poi guardiamo quelli rilevanti, essi non saranno più di 30-40». I due relatori, Bubbico e Simona Vicari del Pdl, ieri pomeriggio hanno avuto un primo confronto sugli emendamenti per verificare su quali temi può cominciare ad essere fatta una sintesi. Intanto la Lega annuncia battaglia sulle tesorerie. «Chiunque deve ribellarsi. E un principio scritto nella Costituzione materiale del nostro Paese», afferma Roberto Maroni commentando la norma del decreto liberalizzazioni, che prescrive l’accentramento delle Tesorerie Comunali. È «una lesione dei principi del federalismo. Sono soldi che il Governo si prende con una legge. La prossima volta sarà un prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini». Saltano intanto dalla prima scrematura gli emendamenti pro-famiglia presentati da Pdl e Udc. Via anche gli emendamenti (Terzo Polo) che chiedevano la proroga per il bonus ricerca. Non passa il primo vaglio neanche la proposta di velocizzare la disdetta dell’abbonamento alla Rai (l’emendamento era di Giuseppe Valditara del Terzo Polo). Niente da fare anche per un emendamento su Equitalîa. «Diamo la nostra disponibilità ad abbattere il numero degli emendamenti al dl liberalizzazioni , ma non rinunciamo alla nostra battaglia per migliorare il provvedimento», ha detto la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro. Dal governo arriva invece un auspicio dal ministro della Salute, Renato Balduzzi: «Per quanto riguarda la materia sanitaria sono fiducioso, confido che si possano avere alcuni aggiustamenti che potrebbero migliorare il testo senza ovviamente stravolgere».
Gazzetta Mezzogiorno – 15 febbraio 2012