«Se un Patto deve essere, perché lo sia davvero dovete ascoltare anche noi che la Sanità la viviamo tutti i giorni sul campo». Questa la richiesta corale dei rappresentanti di tutte le categorie del Ssn per il nuovo Patto per la salute 2013-2015.
La maggior parte lamenta di non essere stata coinvolta e nemmeno ascoltata su quelle che saranno le misure e i paletti anche della loro attività nei prossimi anni. Tutti danno una serie di altolà su previsioni che potrebbero mettere a dura prova la tenuta del sistema, a partire dai finanziamenti: anche se è necessaria una razionalizzazione, non è detto che questa debba avvenire facendo “pagare” qualcuno – operatori e cittadini – e non mettendo seriamente mano a sprechi, evasioni e disservizi.
In vista degli incontri chiave sulla stesura della nuova intesa, rinviati la scorsa settimana a causa delle condizioni meteorologiche del Paese che non hanno consentito a tutti gli assessori e i governatori di partecipare alle riunioni su Patto e riparto, Il Sole-24 Ore Sanità ha raccolto i pareri delle principali categorie che dovranno contribuire ad applicare le nuove regole dal 2013 in poi.
Unico sindacato a non aver partecipato al forum è la Fimmg. Il suo segretario nazionale, Giacomo Milillo, ha motivato l’«assenza» con una precisa scelta politica di non intervenire in questa fase né sul Patto per la salute né sul riordino delle cure primarie, a lungo sponsorizzato dalla Fimmg e che ora entrerà a far parte del nuovo Patto a tutti gli effetti, ma su cui già si sono scatenate numerose polemiche anche solo dall’analisi delle prime bozze di lavoro mai del tutto ufficializzate (v. Il Sole-24 Ore Sanità nn. 4 e 5/2012 e su questio sito: prima bozza – seconda bozza).
Al primo posto tra le preoccupazioni di tutti gli addetti ai lavori c’è il finanziamento. Le Regioni hanno messo in fila fino al 2014 oltre 17 miliardi tra tagli espliciti e riduzioni di finanziamenti e facendo i conti sul fabbisogno fino al 2015 hanno evidenziato che considerando l’aumento dell’Iva, l’inflazione e il “ritorno” dei contratti dal 2015, si ha una sottostima (si veda grafico) che a fine periodo e stimando il fondo 2015 con una crescita analoga a quella del 2014 sull’anno precedente, si assesterebbe su una cifra analoga, circa 17 miliardi.
Ognuno poi ha sottolineato il “cardine” organizzativo che riguarda il proprio settore, dai rischi di un taglio indiscriminato dei posti letto e sul personale a un riordino delle cure primarie fatto solo a metà, dalle limitazioni di accesso che le politiche di contenimento e i ticket potrebbero generare su farmaci e dispositivi medici al conflitto che nascerebbe tra esigenze dei pazienti e del sistema se medici e operatori sanitari dovessero lavorare più con la calcolatrice in mano che non col bisturi e il fonendoscopio.
A decidere dovranno essere le Regioni ed è a loro e al ministero della Salute che le categorie danno, anche se non direttamente ascoltate, i loro “consigli per l’uso”.
Questi i partecipanti al forum e i titoli degli interventi:
COSTANTINO TROISE (Anaao Assomed): «Non c’è accordo se non si ascoltano i medici»
STEFANO RIMONDI (Assobiomedica): «Tagli, tetti e ticket mortificano il Ssn»
MASSIMO SCACCABAROZZI (Farmindustria): «Si dia peso al valore dell’innovazione»
ANNALISA SILVESTRO (Federazione collegi infemieristici Ipasvi) : «Cure primarie e ospedali per intensità di cura»
MASSIMO COZZA (Fp Cgil medici): «Primo mattone è la garanzia economica dei Lea»
GIORGIO FORESTI (Assogenerici): «Reinvestire i risparmi dei generici»
ANNAROSA RACCA (Federfarma): «Più trasparenza sulle poste di spesa»
RICCARDO CASSI (Cimo Asmd): «Un buon servizio non c’è senza l’atto medico»
SALVO CALÌ (Smi): «Tagli ai posti letto e briciole per il territorio»
ANGELO LINO DEL FAVERO (Federsanità Anci): «Diffondere best practice e trasparenza»
GIOVANNI MONCHIERO (Fiaso): «Più ticket con equità e più efficienza»
ROBERTO LALA (Sumai): «Il futuro del Ssn si gioca sulle cure primarie»
GIUSEPPE MELE (Fimp): «Stop alle provocazioni, si pensi al territorio»
ARMANDO MASUCCI (Uil Fpl medici): «Risparmi sì, ma senza perdere qualità»
BIAGIO PAPOTTO (Cisl medici): «La politica resti fuori dalla gestione»
ANGELO TESTA (Snami): «No all’aggregazione forzata dei professionisti»
sanita.ilsole24ore.com – 15 febbraio 2012