L’Europa fa fronte comune contro le malattie emergenti ad alto potenziale di trasmissione nell’uomo con il progetto Predemics, a cui parteciperà anche l’IZSVe. Capua: coinvolti per studi virus influenzali e rabbia
Per rispondere alle epidemie verificatesi negli ultimi quindici anni, come la West Nile, la SARS, l’influenza H5N1 e H1N1, le autorità pubbliche sono state spinte a trovare soluzioni e sviluppare strumenti per prevenire i focolai e la diffusione di queste malattie “emergenti”. Il programma di ricerca si concentrerà sullo studio di 4 virus in particolare: influenza, epatite E, encefalite giapponese e flavivirus correlati (come quelli responsabili della febbre West Nile), e lyssavirus, specialmente quelli che provocano la rabbia. Il progetto PREDEMICS intende determinare i fattori di rischio connessi ai virus, all’ambiente e all’ospite, in un’ottica interdisciplinare che vede coinvolte diverse figure di esperti europei in ambito biomedico. I dati saranno raccolti in un database disponibile per la comunità scientifica internazionale e saranno di supporto agli esperti per cercare di prevedere l’evoluzione di determinate malattie in ambienti potenzialmente a rischio.
“Si tratta di virus che superano le barriere di specie e vogliamo capire come ciò accade studiando quattro modelli di infezione” – afferma Ilaria Capua, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate all’IZS delle Venezie e partner del consorzio – “Sono microrganismi potenzialmente pandemici per cui è necessario lo sviluppo linee di ricerca e gruppi di lavoro costituiti da medici e veterinari. Vogliamo applicare un approccio innovativo che comprende anche piattaforme di condivisione delle informazioni, alle quali potranno accedere anche ricercatori al di fuori del progetto”.
“Il mio gruppo è soprattutto coinvolto negli studi sui virus influenzali e sulla rabbia. Coordina anche tutta la componente di formazione del progetto. Questa prevede scambi di ricercatori fra gli istituti partner, oltre che workshop sulle piattaforme di condivisione dati e corsi sulla metodologia e sui risultati del progetto. Un grande impegno, ma il budget è significativo”. “Questi progetti costituiscono delle grandissime opportunità per i ricercatori italiani – conclude Capua – sia per la crescita e il raggiungimento di risultati eccellenti, sia per la mobilità e l’internazionalizzazione dei ricercatori. Per il momento abbiamo finanziato un dottorato di ricerca all’Università di Padova ma intendiamo approfittare di tutto quello che il progetto ci offre”. La Ue finanzierà il progetto per 11,7 milioni di euro in cinque anni. Il progetto riunisce veterinari e ricercatori di sanità pubblica di 17 Istituti ed Enti di ricerca pubblici europei. Oltre all’IZS delle Venezie, gli altri Enti italiani che partecipano sono l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, la Fondazione ISI – Istituto per l’Interscambio Scientifico di Torino e l’Università di Bologna.
fone: IZSVE – 14 febbario 2012