In Commissione industria 2.299 emendamenti, presentati soprattutto da Pd e Pdl. Fuoco di sbarramento contro l’abolizione delle tariffe prefissate dagli Ordini e l’obbligo di preventivo.
I Democratici ripropongono l’asta a pagamento per le frequenze tv. Proposta trasversale di un tetto alle commissioni per i pagamenti “elettronici”. Ma le richieste di modifica toccano anche i mercatini dell’usato e i punti fedeltà dei supermarket
Il presidente del consiglio Mario Monti
Sono 2.299 gli emendamenti al decreto liberalizzazioni presentati in Commissione Industria del Senato, prima tappa della discussione sul disegno di legge voluto dal governo Monti per favorire lo sviluppo economico. Molti sono diretti a cancellare o comunque disinnescare la riforma delle professioni, ma le richieste di modifica sono a tutto campo. Il Pd rimette sul tavolo l’asta delle frequenze tv.
I testi sono raccolti in sette volumi, ma parecchie proposte di modifica dovrebbero essere accorpate, in particolare i cosiddetti “emendamenti-fotocopia” dal contenuto identico, a volte presentati addirittura dal medesimo senatore. La commissione ci lavorerà la settimana prossima.
Nei giorni scorsi il governo ha fatto capire di essere pronto a porre la fiducia se i provvedimenti di liberalizzazione delle professioni e dei servizi fossero stati stravolti dalla discussione in aula. Gli emendamenti presentati in Commissione arrivano in gran parte dalle forze che sostengono il governo. L’opposizione ne avrebbe depositati meno di 300: circa 150 la Lega e 140 l’Idv. Dal Pdl ne arrivano 700, dal Pd 650, il resto da altri gruppi che sostengono l’esecutivo.
Una pioggia di emendamenti colpisce in particolare l’articolo 9 del disegno di legge, quello che riguarda le professioni regolamentate dagli albi. Le proposte di modifica sono circa 200. Tra queste se ne segnalano sei tra Pdl, Lega e Coesione nazionale, che chiedono l’abrogazione totale dell’articolo. Una decina di emendamenti dicono no all’abolizione delle tariffe. Molte le proposte, soprattutto del Pdl, contrarie all’obbligo di preventivo.
Com’è sempre accaduto in occasione di tentativi di riforma, la lobby dei professionisti si fa sentire in Parlamento. Oltre alla questione delle tariffe, emerge anche una richiesta di intervenire sulle norme relative ai tirocini con uno più stringente coinvolgimento dei Consigli nazionali degli ordini.
Torna alla ribalta la questione dell’asta frequenze tv: tra gli emendamenti figurano due proposte di correzione del Pd (firmate da Perduca, Poretti e Vita) che chiedono “una procedura di assegnazione su base onerosa” di una parte delle frequenze per le quali è invece previsto il meccanismo del ‘beauty contest’. Negli emendamenti in questione si chiede anche di assegnare una quota delle frequenze “a condizioni agevolate” a imprese a gestione prevalentemente femminile o gestite da soggetti con meno di 35 anni di età.
Decisamente trasversale la richiesta di un limite alle commissioni bancarie, non superiore all’1,5 per cento, a carico degli esercenti nel caso di utilizzo di pagamenti elettronici, contenuta in emendamenti presentati dai senatori del Pd, del Pdl e del terzo Polo.
Ma le richieste di modifica abbracciano ogni settore: la proposta per favorire la diffusione dei mercatini dell’usato (Pdl), i cartelloni davanti ai supermercati con i prezzi medi dei prodotti ortofrutticoli, della carne e del pesce “da aggiornarsi settimanalmente” (Lega). Sempre in materia di supermercati, tra le proposte di correzione depositate alla Commissione Industria del Senato, ci sono un paio di emendamenti (Pdl) che si occupano dei punti che vengono dati ai clienti con la spesa.
13 febbraio 2012 – il fatto quotidiano