Un’intesa difficile ma non impossibile. Anche se a crederci davvero sembra soprattutto Mario Monti: «Mi sfugge quale potrebbe essere – ha dichiarato il Premier a Palazzo Chigi – la ragione di un intento da partedel Governo di esasperare alcunché in generale, in particolare una materia importante, sensibile e socialmente cruciale come il mercato del lavoro.
Stiamo cercando con la riflessione, il dialogo con le parti sociali e la consultazione di esperienze negli altri Paesi, di trovare la via migliore affinché le istituzioni del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali diano il loro contributo alla crescita dell’ occupazione soprattutto dei giovani».
Tra mercoledì e giovedì dovrebbe svolgersi un incontro, forse preparato da vertici riservati (come quello, smentito, che si sarebbe tenuto ieri), del tavolo tecnico partito giovedì scorso. Al tavolo (che si chiuderà il 31 marzo) il Governo ha esposto le linee guida della riforma ma non ha presentato un proprio documento, lasciando spazio al lavoro delle parti.
Già giovedì, appunto, si sono registrate le prime convergenze su flessibilità in entrata e ammortizzatori sociali. La soluzione potrebbe essere quella di alleggerire il peso fiscale e contributivo per sostenere l’apprendistato come prima via di accesso dei giovani al mercato del lavoro ma anche per trasformarlo in contratto a tempo indeterminato, con ulteriori incentivi. Sugli ammortizzatori sociali, poi, sindacati e imprese sono d’accordo per allargare a tutte le imprese la copertura degli ammortizzatori sociali su base assicurativa, senza distinzioni in base a dimensione o tipologia. Le divergenze sono sul come: esiste una proposta di attivarli attraverso però un meccanismo assicurativo o con il contributo da parte di tutte le imprese. Me le aziende artigiane e del commercio, che sinora hanno attinto dalla cassa integrazione in deroga (a carico della collettività) ora dovrebbero farsi carico del finanziamento.
Poi c’è il tema caldissimo dell’articolo 18: tutti d’accordo sull’accorciamento dei tempi processuali, mentre la Cisl vuole agganciare la disciplina dei licenziamenti individuali per motivi economici a quella già prevista per i licenziamenti collettivi. E Confindustria vorebbe limitare il reintegro ai soli licenziamenti discriminatori o nulli, prevedendo invece un indennizzo economico negli altri casi. Un altro incontro tra le parti sociali è comunque previsto domani.
Dopo le rivelazioni di Repubblica su un incontro segreto sabato, intanto, e la successiva smentita, sono cominciate le dichiarazioni politiche. Secondo Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, «le soluzioni sul tema del mercato del lavoro si devono trovare nel confronto tra governo e parti sociali e non attraverso le interviste o le illazioni giornalistiche. Abbiamo fiducia che quel tavolo sia in grado di trovare un positivo punto di incontro». Mentre l’esponente del Pdl ed ex ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, non trova nulla da eccepire «Se non che si sia svolto segretamente. Di solito in tali occasioni gli accordi che si fanno sono al ribasso e noi abbiamo necessitá che sul mercato del lavoro ci sia una riforma vera, non finta e soprattutto non inutile». Quindi, conclude, «auspico che il governo tenga fede agli annunci che erano promettenti».
ilsole24ore.com – 13 febbraio 2012