Tra poco ci sentiremo forse raccontare che per fare una diagnosi, una terapia, un intervento chirurgico è inutile avere una laurea in veterinaria, chiunque può farlo! Come si può collaborare?
di Angelo Troi* – I medici veterinari devono sospendere ogni collaborazione con chi disconosce la nostra professione. Leggendo il “commento a cura del Dott. Maurizio Santoloci e dell’ Avv. Carla Campanaro dell`Ufficio legale della LAV”, pubblicato sul relativo sito, sorgono numerosi dubbi su quale sia il valore che attribuiscono alla figura del medico veterinario. Vi può essere una valutazione di condizioni di salute di un animale senza che sia coinvolto un medico veterinario? Noi lo escludiamo. L’animale non firma l`autodichiarazione, quindi necessita di qualcuno che ne “certifichi” lo stato di salute, figura peraltro necessaria anche nel caso dell`uomo, che pure è in grado di esprimersi relativamente alle proprie condizioni. Per un medico veterinario che esercita legittimamente la professione, garante lo Stato, essere considerato inutile in queste valutazioni, vuol dire escludere i tecnici della salute animale dal loro compito precipuo. Ci sentiremo forse raccontare tra poco che per fare una diagnosi, una terapia, un intervento chirurgico è inutile avere una laurea in veterinaria, chiunque può farlo! Del resto abbiamo spesso a che fare con cittadini che pretendono le nostre prestazioni professionali sulla base di arroganti presunzioni; da lì ad usare il veterinario per altri scopi, o escluderlo del tutto dalle sue aree di competenza, il passo è breve. Già vediamo qualche zoo-antropologo esibire in televisione il titolo di “medico veterinario” senza essere iscritto ad alcun Ordine, perfettamente impunito. Ma come può la medicina veterinaria, ad ogni livello -dal Ministero, al singolo professionista-, collaborare con chi non attribuisce alcun significato alla nostra professione?
*segretario naziionale Sivelp – 10 febbraio 2012
fonte: www.sivelp.it