«Ho sentito Zaia in televisione che diceva che sarebbe andato dal primo ministro, Monti, per parlare delle quote latte e dello Statuto regionale. Ma Zaia non si ricorda mai che ci siamo anche noi pescatori che abbiamo bisogno di un aiuto del Governo?».
E’ l’amarezza il sentimento che domina nelle parole di Denis Padoan, uno dei pescatori chioggiotti che da anni si batte per il riconoscimento di migliori condizioni di lavoro per la sua categoria. Da due settimane i pescatori di Chioggia scioperano e manifestano per chiedere interventi che possano calmierare il prezzo del gasolio e modifiche ai regolamenti europei, soprattutto il “regolamento controlli”, ritenuti troppo penalizzanti, perché studiati per mari e imbarcazioni del nord Europa, che nulla hanno a che fare con le flotte e gli habitat dell’alto Adriatico. «E’ tutta una questione di scala – spiega Padoan – là hanno pesci grandi e mari grandi, qui abbiamo pesci che, anche da adulti, sono piccoli e lavoriamo con barche piccole, con poco personale, che non possono ammortizzare alti costi di gestione, come quelli che derivano dal gasolio e dall’aumento di personale di bordo necessario a sbrigare tutti gli adempimenti che le nuove regole richiedono». Dunque i pescatori di Chioggia, dell’alto Adriatico e dei mari italiani, in generale, chiedono «regole su misura», ma non riescono a farsi ascoltare in Europa, perché i governanti italiani sembrano ignorarli. Se Zaia parla con Monti e Monti parla con Bruxelles, forse per i pescatori c’è qualche speranza. Oggi, comunque, tempo permettendo, i pescatori torneranno in mare. Sperando che dall’incontro previsto il 16 febbraio a Roma, a cui hanno chiesto anche a Zaia di partecipare, arrivi qualche novità positiva. (d.deg.)
la Nuova Venezia – 6 febbraio 2012