Il governo incalza le parti sociali alla ripresa del tavolo sul mercato del Lavoro e il ministro Fornero chiarisce che il governo procederà con o senza il consenso di imprese e sindacati
Il governo incalza le parti sociali alla ripresa del tavolo per la riforma del mercato del Lavoro e mentre il ministro del Welfare Elsa Fornero chiarisce che il governo procederà con o senza il consenso di imprese e sindacati, il titolare dello Sviluppo, Corrado Passera, ricorda che la flessibilità in uscita è un tema che va affrontato. Rispetto alle ultime indicazioni, anche i tempi sembrano farsi più stretti rispetto all’orizzonet di fine marzo indicato solo sabato scorso: Fornero vorrebbe chiudere ora in 2-3 settimane e ha già proposto alle controparti di rivedersi tra 10 giorni.
FORNERO: AVANTI TUTTA – «Il dialogo è aperto, ma non possiamo permetterci di perdere il treno. Se andremo avanti insieme saremo contenti, in caso contrario il governo cercherà comunque di fare la riforma» ha detto Fronero aprendo il secondo round di incontri a Palazzo Chigi, un tavolo al quale non partecipa per ora il presidente Mario Monti. «Saremo giudicati dagli italiani », ha detto ancora Fornero ricordando che va data risposta «a coloro che hanno subito esclusioni e non hanno avuto prospettive appiattendosi su precarietà e basse aspirazioni»
PASSERA: «REALISMO, MA DOBBIAMO USCIRE DALL’ANGOLO»?- L’abolizione dell’articolo 18 è uno dei temi, non l’unico, sul tavolo, ma l’ obiettivo del governo «è creare occupazione». Passera che siede accanto a Elsa Fornero nelle riunioni in corsa, ha rassicurato sulla condivisione degli obiettivi intervenendo in mattinata alla «Telefonat» su Canale 5. «Fornero coordina il tavolo, con lei stiamo lavorando più che bene». Quanto alle recenti dichiarazione della collega che lo bacchettava («con affetto») per qualche presunto eccesso di ottimismo «dobbiamo essere convinti, e lo siamo – ha osservato Passera – che possiamo uscire da questa situazione. Tutto il governo è caratterizzato da grande realismo, però bisogna avere anche la certezza che l’Italia ha la possibilità di crescere e di uscire dall’angolo».
Corriere.it – 2 febbraio 2012