Tecnici al lavoro sul testo. Il nodo è sull’autonomia scolastica. Slitta l’invio del decreto al Quirinale per la firma. Su molte norme il nodo degli oneri per le amministrazioni
Ultime limature tecniche sul decreto «semplifica Italia», approvato venerdì dal Consiglio dei ministri. I tecnici del ministero della Pa e della Semplificazione hanno completato ieri un lavoro di coordinamento della numerosissime norme contenute nel testo e verificato, nel confronto con la Ragioneria generale dello Stato, tutte le coperture che ancora dovevano essere garantite. Interventi di piccola portata, a sentire gli uffici, ma che fanno slittare a giovedì l’invio del decreto al Quirinale per la firma. Domani il lavoro dovrebbe concludersi con la «bollinatura» della Ragioneria. Se le correzioni di palazzo Vidoni hanno riguardato perlopiù le relazioni tecniche ai singoli articoli (per esempio sull’articolo 6, che farà scattare tra sette mesi l’obbligo di trasmissione solo digitale di tutte le documentazioni tra uffici diversi, si doveva dimostrare che effettivamente la misura non fa aumentare gli oneri a carico delle amministrazioni) qualche nodo più rilevante è stato affrontato sulla parte di articolato che riguarda l’istruzione. Se in sede di discussione in Consiglio dei ministri era stata l’università a monopolizzare l’attenzione dei presenti con quattro ore su sei trascorse a dibattere di possibile abolizione del valore legale della laurea, nella fase post Cdm è stata la scuola a impegnare particolarmente i tecnici. Le novità contenute nella versione originaria del Dl non erano di poco conto visto che puntavano a introdurre per decreto alcune modifiche dibattute da decenni. A cominciare dalla sostituzione degli organici di diritto e di fatto oggi esistenti con un nuovo «organico funzionale». E proseguendo con la concessione agli istituti di una maggiore autonomia di budget e la creazione delle reti di istituti che avrebbero potuto gestire uno staff ad hoc di personale. Complici le obiezioni dell’Economia, alla fine si è optato per una versione soft dell’autonomia scolastica. Al cui intemo l’organico funzionale, l’autonomia di budget e le reti compaiono solo come principi, rinviando per la loro codificazione a delle successive linee guida, da emanarsi entro 6o giorni con un decreto interministeriale. A parte questa disposizione, nella versione definitiva del provvedimento, alla voce istruzione, si troveranno solo il piano per il risparmio energetico, il nuovo programma di edilizia scolastica, il potenziamento del sistema di valutazione affidato all’Invalsi e la riorganizzazione dei principi che devono governare la gestione degli Istituti tecnici superiori (Its). Ma anche qui c’è un piccolo braccio di ferro in corso sul «voto ponderale» nelle fondazioni che gestiscono gli Its. Una misura che piace alle imprese ma un po’ meno al Mef. Confermata infine l’uscita dal testo della riforma dei convitti. Se ne parlerà, forse, più avanti.
IL CANTIERE DEL DECRETO È ANCORA APERTO
1 LA CORREZIONE TECNICA
• Piccole ma numerose le correzioni, tutte di natura tecnica, che sono state apportate al testo del decreto legge varato venerdì dal Consiglio dei ministri. In molti casi hanno riguardato le relazioni (tecniche, appunto) che accompagnano ogni articolo come del caso dell’articolo 6, che farà scattare tra sette mesi l’obbligo di trasmissione solo digitale di tutte le documentazioni tra uffici diversi: si doveva dimostrare che effettivamente la misura non fa aumentare gli oneri a carico delle amministrazioni
2 STOP SU AUTONOMIA SCOLASTICA
• Complici le obiezioni dell’Economia, i tecnici si sono convinti a correggere il testo con una versionesoft dell’autonomia scolastica. Al cui interno l’organico funzionale, l’autonomia di budget e le reti compaiono solo come principi, rinviando perla loro codificazione a delle successive linee guida, da emanarsi entro 60 giorni con un decretointerministeriale. Nel testo non cambiano le norme su risparmio energetico, il programma di edilizia scolastica eil potenziamento del sistema di valutazione affidato all’Invalsi
3 SLITTA L’INVIO AL QUIRINALE
• Il testo del decreto legge «Semplifica Italia» dovrebbe andare oggi alla Ragioneria generale dello Stato perla «bollinatura», atto che comprova la copertura finanziaria di ogni misura oltre alla sua regolarità formale. Giovedì sarà poi inviato al Quirinale, perla firma del capo dello Stato, ultimo atto prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il decreto, come aveva annunciato nei giorni scorsi il ministro Filippo Patroni Griffi, inizierà l’iter di conversione alla Camera, visto che il dl liberalizzazioni è al Senato
Il Sole 24 Ore – 1 febbraio 2012