Il governo punta a varare la riforma del lavoro entro fine marzo. Elsa Fornero: “Tre-quattro settimane serviranno per i tavoli” anche perché la riforma “è complessa, pesante, tocca tanti punti”.
Intanto, il governo ha inviato alle parti sociali la convocazione, per giovedì, per il secondo incontro del tavolo sulla riforma. “Il governo è intenzionato a fare la riforma” del mercato del lavoro “ed a farla con il dialogo, con la discussione con le parti sociali”, garantisce il ministro. Un accordo con le parti sociali è una condizione necessaria? “Non ho detto questo. La condizione è che i risultati ci siano, che la riforma sia incisiva”, dice il ministro.
Per quanto riguarda la questione dell’articolo 18, Fornero ha ribadito che “non deve essere un tabù”. Ma la precarietà, spiega, si combatte “cercando di disegnare una struttura di incentivi che induce anche il datore di lavoro a scommettere su un rapporto di lavoro a lungo termine”. Al momento, secondo il ministro, ci sono “alcuni segmenti privi di tutela ed estremamente precari, che passano da un contratto ad un altro senza prospettiva di stabilizzazione; mentre altri segmenti sono molto stabilizzati, con tutele molto garantite”.
Per il minsitro, “la riforma del mercato del lavoro è un pezzo importantissimo di un quadro di politica economica più ampio”: c’è “anche la politica fiscale, c’è eventualmente un cambiamento del mix di tassazione tra capitale e imprese”.
Infine, una risposta al presidente della Commissione Ue, Josè Barroso, che propone di inviare un team in Italia, e in altri Paesi, che lavori con governi e parti sociali per creare occupazione anche con l’aiuto dei fondi Ue non spesi: “L’Italia collabora con l’Europa, si sente partecipe oggi più che negli anni passati, e se l’Europa collabora con l’Italia anche nell’aiutarci a spendere meglio i fondi saremo lieti di collaborare, non ci vediamo nessuna forma di tutela”.