Gabriele Sola dell’Idv è l’unico ad aver restituito la tavoletta distribuita dal presidente del consiglio regionale. Secondo Davide Boni (Lega) si tratta di un oggetto necessario per l’attività consiliare. La replica: “La Regione non ha nemmeno sviluppato una app per consultare gli atti”
Guadagnano 9mila euro netti al mese. Ma non bastano per comprarsi l’iPad. A soccorrere i consiglieri in Regione Lombardia, che non possono proprio farne a meno, ha provveduto chi sta a capo del consiglio, il leghista Davide Boni. Sì, proprio quello di “Roma ladrona” e delle crociate – annunciate – contro gli sprechi della Casta. Grazie a lui sul consiglio regionale sono piovute tavolette come foglie: 80 tablet nuovi di zecca, a carico dei contribuenti, che altrettanti consiglieri hanno gradito, preso e messo da parte. Tutti tranne uno. Gabriele Sola dell’Idv è stato infatti l’unico ad aver restituito subito il suo con una lettera che ha sollevato il caso.
Anche perché quell’omaggio dal sapore natalizio (la delibera è dello scorso novembre) costa ai contribuenti la bellezza di 50mila euro. E non è il solo cadeau di questo tipo, visto che all’inizio della legislatura lo stesso Boni aveva omaggiato i consiglieri di un pc portatile. Comunque sia, Sola non ha gradito e ha rispedito al mittente l’omaggio. E non tanto perché il tablet ce l’ha già, come lui stesso ammette, ma perché l’intera operazione “omaggio” viene giustificata come un necessario ausilio all’attività consiliare. I tablet, secondo Boni, sarebbero indispensabili per i colleghi. Peccato che nel frattempo la Regione non abbia sviluppato alcuna “App” utile a questo scopo. I documenti prodotti dagli uffici, delibere, determine e quant’altro viaggiano via mail e attraverso la rete interna. Nessun software è stato sviluppato per la cosiddetta “dematerializzazione degli atti”. Sono prodotti in carta e così girano, altrimenti tutto in formato pdf.
“E per questo – fa notare il consigliere rinunciatario – bastava il pc omaggiato in precedenza”. Così in poche righe i ringraziamenti cordiali e il rifiuto: “Poiché non ho rilevato alcuna miglioria in tal senso, e alla luce dell’esigenza di limitare il più possibile i costi a capo alla pubblica amministrazione, ritengo di dover restituire il dispositivo assegnato. Un piccolo gesto che mi auguro venga colto con il giusto spirito”. Giusto spirito? Niente affatto. Boni difende a spada tratta la conversione tecnologica del consiglio all’iPad per motivi istituzionali. Anzi, ai microfoni della trasmissione radiofonica “La Zanzara” non solo giustifica la decisione ma addirittura la rivendica contrattacando: “Ecco, Sola ha rinunciato all’iPad perché voleva anche le applicazioni gratis”.
ilfattoquotidiano.it – 27 gennaio 2012