Il Milleproroghe si avvia verso il traguardo finale e dalla Camera arriva intanto il via libera. L’aula di Montecitorio ha infatti approvato la fiducia posta dall’esecutivo con 469 voti favorevoli, 74 contrari e 5 astenuti.
Nelle due precedenti fiducie il Governo Monti aveva ricevuto rispettivamente 556 voti favorevoli e 61 contrari (18 novembre, l’insediamento) e 495 voti favorevoli, 88 contrari e quattro astenuti (16 dicembre, il decreto con la manovra). Ora l’Aula della Camera passerà all’esame degli ordini del giorno. Il voto finale sul provvedimento, che poi dovrà andare al Senato, è in programma martedì. È possibile che il decreto, in scadenza il 27 febbraio, subisca ulteriori modifiche e debba tornare a Montecitorio per la terza lettura.
Berlusconi: non ci tiriamo indietro
Nessuna sorpresa nelle dichiarazioni di voto che hanno preceduto il via libera. Al quale ha preso parte anche l’ex premier Silvio Berlusconi che ha così saltato l’udienza del processo Mills in programma a Milano. «Siamo responsabili, non ci tiriamo indietro», ha detto il Cavaliere a Montecitorio subito dopo aver votato la fiducia al decreto. «Per quanto riguarda il Paese – ha spiegato poi Berlusconi – non vedo motivi eccessivi di serenità e ottimismo e non solo per noi».
Pensioni, cambia la platea dei lavoratori interessati dal correttivo
Quanto ai contenuti del decreto, è cambiata intanto la platea dei lavoratori interessati dal correttivo ala riforma delle pensioni. A usufruire delle novità per esodati e precoci saranno quei lavoratori usciti dall’azienda entro il 31 dicembre, a prescindere dall’accordo firmato. Sono, quindi, esclusi quei lavoratori che, pur avendo firmato l’accordo prima, escono dal 2012. La copertura della misura è stata individuata in un nuovo aumento delle accise su sigarette e tabacchi, tale da garantire non meno di 15 milioni nel 2013 e non più di 140 milioni l’anno dal 2014. È stato, dunque, escluso, un nuovo aumento delle aliquote contributive degli autonomi che era stato deciso la scorsa settimana in commissione a copertura della misura. È stata anche cancellata la sanatoria sulle affissioni abusive di manifesti elettorali che, in un momento in cui si chiedono sacrifici al Paese, suonava come un abuso nei confronti di tutti quei cittadini chiamati a pagare un prezzo per la crisi.
Sul tappeto restano nodi da sciogliere per gli esodati esclusi
Restano sul tappeto alcuni nodi da sciogliere e la partita dovrebbe riaprirsi al Senato, soprattutto sul fronte degli esodati ancora da salvare. Su questo tassello, peraltro, si appuntano le critiche del Pd, che vorrebbe allargare il raggio d’azione della norma. Ci sono, per esempio, gli esuberi di Poste (non tutti sono riusciti a uscire prima del 31 dicembre e quindi restano scoperti) e le deroghe per il personale della scuola.
Le altre questioni aperte
Altra discussione riguarda un emendamento Pdl-Udc, su cui il Governo è andato ieri mattina sotto nelle commissione riunite, con cui si proroga di tre mesi l’indennizzo per gli italiani rimpatriati dalla Libia a seguito del golpe di Gheddafi. La copertura dovrebbe essere rivista al Senato, attualmente è garantita da un’aliquota del 2 per mille sulle attività Eni in Libia, a rischio per un ricorso dell’Eni alla magistratura. A Palazzo Madama saranno anche nuovamente affrontati alcuni temi sui quali alla Camera non sono giunte soluzioni, che vanno dai fondi per l’ippica al differimento dei pagamenti telematici della Pubblica amministrazione, dalle ex Ipab ai comuni della Puglia colpiti da alluvione
L’abc del Milleproroghe in 58 voci
Il Sole 24 Ore – 26 gennaio 2012