Denuncia dell’Oipa: «La strage iniziata nel 2010 non si è fermata e continua tuttora. Che fine hanno fatto i cani?»
La campagna di un fotografo italiano: «Striscioni negli stadi contro questa vergogna»
MILANO – Cani e gatti randagi per le strade non sono un bel biglietto da visita per un Paese che si prepara ad accogliere un grande numero di visitatori e a finire sotto i riflettori delle tv di tutto il mondo in occasione di un evento sportivo di primo piano come gli Europei di calcio. Per questo – devono avere pensato le autorità ucraine – è indispensabile fare pulizia. E farlo nel più breve tempo possibile. In una realtà in cui il problema del randagismo non riguarda poche decine di casi e dove gli animali senza tetto si contano a migliaia, la soluzione individuata assomiglia molto ad una «soluzione finale»: sterminarne il più possibile e con qualunque mezzo a disposizione.
UN ITALIANO IN PRIMA LINEA – Il caso è stato denunciato più volte da gruppi e associazioni animaliste e lo scorso novembre era stata la stessa Uefa, di concerto con il ministero dell’ambiente ucraino, ad intervenire pubblicamente rendendosi disponibile a sostenere campagne di sterilizzazione di massa e la costruzione di canili dove ospitare i trovatelli. Ma nonostante le prese di posizione ufficiali, la situazione a Kiev e nelle altri principali città dell’Ucraina non è affatto migliorata e i cani continuano ad essere eliminati. Se la vicenda è balzata agli onori delle cronache internazionali lo si deve anche alle denunce di un fotografo italiano, Andrea Cisternino, che da Como si è trasferito due anni e mezzo fa a Kiev per amore e ora vive nella capitale assieme alla moglie. Attivista animalista da sempre, è entrato in contatto con i volontari locali che cercano di porre un freno alle uccisioni. E ha messo a disposizione il suo obiettivo per documentare quanto le sole parole non sono sufficienti a raccontare.
SPEDIZIONI NOTTURNE – «I randagi vengono sterminati soprattutto di notte – racconta il fotoreporter -, quando nessuno vede e nessuno può intervenire in difesa di quei poveri animali. Che vengono uccisi in modi orribili: quando va bene con un colpo di fucile alla testa, che li fa morire sul colpo. Ma più spesso la morte arriva fra atroci sofferenze, dopo avere ingerito carne avvelenata con topicida e arsenico o, come è accaduto in un caso accertato, per asfissia, dopo essere stati interrati ancora vivi, appena narcotizzati, in una fossa nel terreno, poi ricoperta di cemento». Hanno fatto scalpore le immagini, proposte anche da alcuni Tg, di forni crematori mobili da utilizzare alla bisogna nei quartieri in cui vengono segnalati i randagi. Di recente uno dei rifugi gestiti dai volontari ucraini per accogliere i randagi già sterilizzati è stato dato alle fiamme. «Le autorità ufficialmente negano un loro coinvolgimento e parlano di politiche di contenimento mediante ricoveri in rifugi e sterilizzazioni – spiega Cisternino -. Ma gli stanziamenti annunciati per le campagne di controllo delle nascite e per la costruzione dei canili non sono mai arrivati alle associazioni che si occupano degli animali di strada. Oppure sono arrivati in forma assolutamente insufficiente».
TERRORISMO MEDIATICO – In compenso, periodicamente vengono lanciate campagne mediatiche allarmistiche su possibili diffusioni di rabbia e altre malattie che sull’onda della paura spingono anche molti cittadini comuni a prendere parte ai rastrellamenti e alle uccisioni. Sul forum del sito vreditelyam.net (traducibile più o meno come «parassiti»), vengono dati consigli su come preparare le esche avvelenate. «Il caso della rabbia è pretestuoso – sottolinea Cisternino, diventato nel frattempo delegato dell’Oipa in Ucraina delegato a trattare con le autorità locali – serve per fare terrorismo mediatico, per indurre anche la popolazione a fare il lavoro sporco».
STRISCIONI NEGLI STADI – Nei mesi scorsi era stata lanciata una campagna web di boicottaggio di Euro2012. Ora un movimento animalista trasversale sta cercando di organizzare una campagna di sensibilizzazione da lanciare direttamente dagli spalti degli stadi. In Germania sono già stati esposti striscioni contro il silenzio della Uefa. Ed è allo studio una mobilitazione senza frontiere che porti a ripetere il gesto in contemporanea in tutti i Paesi più sensibili al richiamo del calcio, Italia in primis. «I tifosi italiani, espongano alle finestre striscioni con scritto “stop al massacro in Ucraina – è l’invito dell’Oipa – in modo da dare visibilità al problema e convincere le autorità ucraine a dialogare con gli animalisti».
DESAPARECIDOS – L’uccisione di cani e gatti randagi non è un fenomeno recente. Cisternino spiega che va avanti da vent’anni, ma che è dal 2010, con l’approssimarsi degli Europei, che le spedizioni sono cresciute a livello esponenziale: «A Kiev risultavano 12 mila randagi per le strade. Ora non se ne vedono praticamente più. E la stessa cosa è avvenuta a Leopoli, un’altra delle città dove si giocheranno le partite». Che fine hanno fatto, visto che nel frattempo non sono stati costruiti così tanti canili per accoglierli? La risposta, per gli animalisti, è purtroppo implicita nelle immagini delle carcasse di cani uccisi che vengono di frequente ritrovate ai margini della città. Sono tante, ma rappresentano solo una minima parte, rispetto al numero di «desaparecidos» sulla cui sorte probabilmente non si riuscirà mai a sapere la verità.
25 gennaio 2012