NON si sono ancora seduti allo stesso tavolo per discutere di mercato del lavoro, ma Confindustria e sindacati si guardano già in cagnesco.
Ad accendere le polveri è stato il direttore generale di Confindustria, Gianpaolo Galli, affermando che «a un certo punto dovremo porci anche la prospettiva di licenziare i dipendenti pubblici». Manco a dirlo, tutti i sindacati del pubblico impiego sono insorti come un sol uomo. «Confindustria dovrebbe essere più attenta a ciò che dice», ha ringhiato la Cgil. «Quando si ha poco da dire, si rischia di dire banalità e si usano formule semplicistiche da padrone delle ferriere», ha rincarato il segretario Cisl del pubblico impiego, Gianni Baratta. «L’estemporanea uscita del direttore generale di Confindustria sulla necessità di licenziamenti nella pubblica amministrazione non è un buon viatico per quel patto di coesione sociale da più parti invocato», la sintesi del segretario confederale della Uil, Paolo Pirani.
La frase di Galli è caduta come un fulmine a ciel sereno sull’incontro (in programma per il giorno 13) tra i sindacati e il neoministro della funzione pubblica, Patroni Griffi. I sindacati hanno vissuto la frase di Galli come un’invasione di campo perché Confindustria non ha voce in capitolo nell’incontro con il titolare della funzione pubblica. Tra l’altro il primo faccia a faccia dei sindacati con il nuovo ministro è considerato l’occasione per mettere una pietra sopra alla faccenda degli «statali fannulloni» che aveva azzerato i rapporti con l’ex ministro Brunetta il quale, a onor del vero, aveva usato un’espressione coniata dal professor Ichino.
NELLE INTENZIONI dei sindacati il confronto dovrebbe riaprire il capitolo dell’efficienza, della competività e anche della flessibilità (compresa un’accettabile mobilità del personale) nella pubblica amministrazione. Insomma, si punta a riaprire una trattativa. «È anche nostro interesse archiviare del tutto la gestione autoreferenziale di Brunetta», ha ammesso Baretta.
A fronte della disponibilità ad affrontare temi scottanti per il mondo della pubblica amministrazione i sindacati avanzeranno la richiesta di destinare una parte dei risparmi di spesa (l’obiettivo è il 50%) a miglioramenti retributivi per il personale. I sindacati, però, sanno che i margini sono ristretti, anche se sui dipendenti pubblici grava dal 2009 (e proseguirà fino al 2014) il blocco dei rinnovi contrattuali.
4 gennaio 2012