I tecnici incaricati di studiare come ridurre le paghe dei parlamentari in 4 mesi non hanno trovato soluzioni. Come in 30 anni di Bicamerali
di Mario Giordano. Ci voleva una commissione speciale per salvare gli stipendi dei parlamentari. I professoroni, riuniti sotto la guida del presidente dell’Istat Giovannini, si sono insediati il 1° settembre, nominati con tutti i timbri ufficiali della gazzette nazionali.
Gente tosta, prof. avv., ordinari emeriti, grandi ufficiali, bocconiani (non potevano mancare), cervelloni di statistica economica, diritto amministrativo, diritto costituzionale, economia delle aziende. Hanno lavorato duro (si fa per dire: cinque riunioni in tutto) fino al 31 dicembre. Hanno elaborato formule astruse, coefficienti, parametri, tabelle, allegati. E alla fine, dopo 4 mesi di «impegno profuso», hanno sentenziato: niente da fare.
«La commissione considera i dati contenuti nella presente relazione del tutto provvisori e insufficienti per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge». Proprio così: provvisori e insufficienti. La casta salva il portafoglio, la commissione perde la faccia.
Del resto si sa: ci sono tanti modi per affossare un’idea. Il più rapido è proprio quello di affidarlo a una commissione. In Italia siamo degli specialisti.
Prendete la riforma della Costituzione: se ne discute da alcuni decenni. Come si è riusciti soltanto a parlare, senza realizzare mai nulla? Semplice: si è puntato tutto sulle commissioni. Praticamente un pozzo nero per ogni possibilità di cambiamento. Nel 1983, per esempio, la riforma della Costituzione fu affidata a una commissione bicamerale, la commissione Bozzi: non se ne fece nulla.
Nel 1993 fu affidata ad un’altra commissione, la commissione De Mita-Iotti: non se ne fece nulla. Allora nel 1997 ebbero l’idea di affidarla a una terza commissione, la commissione bicamerale di D’Alema, pensate che trovata geniale: ovviamente non se ne fece nulla. Come stupirsi? La commissione stragi è stata in carica per quattro legislature, circa 13 anni, dal 1988 al 2001: qualcuno ha saputo la verità su piazza Fontana? O su Ustica? Macché: audizioni, riunioni, proclamazioni, ma alla fine non è stato prodotto nemmeno un documento conclusivo. Niente di niente. Tutto sepolto nel nulla. E la disciplina degli immobili urbani? Fu affidata a una commissione speciale nel 1971. E in effetti non è un caso se quarant’anni dopo siamo ancora in attesa della riforma del catasto…
Tu chiamale se vuoi commissioni. Il gruppo degli esperti è fatto apposta per avvolgere, inghiottire, seppellire. Tu hai un’idea? Affidala alla commissione e la farà sparire. Tu hai un problema? Affidalo alla commissione e non esisterà più. Ormai dovremmo esserci abituati. Però bisogna dire che il manipolo di intelligentoni radunati da Giovannini ha superato ogni limite: prima d’ora nessuno mai ci aveva preso in giro in modo così spudorato.
Ci si sono messi proprio d’impegno. A cominciare dalla scelta dei membri, tutti luminari con titoli onorifici da far invidia al Grand Uff Lupo Mannaro di Fantozzi: Prof. Avv. Alfonso Celotto, ordinario di diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza dell’Università Roma Tre; Prof. Ugo Trivellato, ordinario emerito di Statistica economica nella facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Padova; Prof Giovanni Valotti ordinario di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche all’Università Bocconi di Milano; Prof. Avv. Alberto Zito, ordinario di Diritto Amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo. Pofferbacco: mancano solo Archimede Pitagorico e Pico della Mirandola poi il concentrato di fosforo della commissione sarebbe in grado di sconfiggere l’Intelligenza Universale.
E allora io dico: è possibile che in quattro mesi questi professoroni non siano riusciti a studiare come ridurre gli stipendi degli onorevoli italiani a livello di quelli europei? Quattro mesi dico. In quattro giorni, per dire, riusciamo ad andare sulla Luna. Possibile che in quattro mesi non si riesca a eliminare un privilegio di un parlamentare? Il rapporto finale del gruppo di lavoro è un documento di 37 pagine. Comicità assoluta: se non fosse pericoloso per il fegato dei lettori sarebbe da consigliare come lettura umoristica.
Roba da sbellicarsi. I cervelloni stabiliscono che sì, è vero, gli onorevoli italiani guadagnano più di tutti i loro colleghi dell’Unione europea, ma che la legge che prevede la riduzione dello stipendio non si può applicare.
E perché? Perché «nonostante l’impegno profuso la commissione non è in condizione di effettuare il calcolo di nessuno delle medie di riferimento con l’accuratezza richiesta dalla normativa». Capito? Non sono in condizioni di effettuare il calcolo. Insegnano statistica economica ma hanno problemi con le operazioni aritmetiche. L’unica che riesce bene, a quanto pare, è la sottrazione.
Sottrai di qua, sottrai di là, alla fine per la commissione finisce sempre con un’addizione (una poltrona in più).
E per gli onorevoli con una moltiplicazione. Dei privilegi. Manca solo la prova del nove, ma sull’«impegno profuso» sia lecito almeno avanzare qualche dubbio: cinque riunioni in quattro mesi non è quel che si dice uno sforzo immane In compenso cercano di mascherare la loro debolezza inzuppando il documento finale di astruse formule utili solo a confondere le idee: a pagina 7 spunta un «VRt=/PILGt+PILFt+PILSt+PILBt+PILO+PILAt” e a pagina 11 un “ROCt=RLt+(Osi*pOSLlt)=CLi-(Osi*pOSDlt)». Dev’essere roba forte, sicuramente bocconiana, molto intelligente.
Infatti ci hanno messo quattro mesi di «impegno profuso», ben 5 riunioni di cervelloni per produrle. Ma se quelle formule non sono sufficienti per fare ciò che qualsiasi salumiere di buon senso avrebbe saputo fare, cioè tagliare gli stipendi dei parlamentari, beh, a che serve ‘sto Vrt asterisco? Non ho mai fatto la Bocconi, non sono Prof. Avv, e di scienza statistica ho dato solo un paio di esami. Ma per trovare la soluzione di quelle equazioni bastano quattro secondi, altro che quattro mesi: VRt=ChpDnpiC. Semplice: Ci hanno preso Di nuovo per il Culo.
Il Giornale 4 gennaio 2012