Il crollo dei prezzi del Parmigiano reggiano fa risalire le vendite ma i produttori decidono, prudentemente, di tagliare la produzione. Infatti il Consorzio del Parmigiano reggiano (a cui aderiscono 370 caseifici) ha varato un taglio del 5% della quota di latte destinata alla trasformazione nel 2015. Circa 800mila quintali in meno che porteranno la produzione di formaggio a 3,15 milioni di forme rispetto ai 3,3 con i quali si chiuderà il 2014.
«Riequilibriamo domanda e offerta – sostiene il presidente del Consorzio Giuseppe Alai – a fronte di quotazioni che hanno pesantemente risentito di un aumento della produzione del 9,5% in tre anni. Dall’inizio della crisi i consumi di formaggi sono scesi del 6,3% e quelli interni di Parmigiano reggiano, apparsi in calo all’inizio del 2014, negli ultimi tre mesi sono aumentati del 4%, spinti da quotazioni all’origine scese del 14% in un anno». In realtà i prezzi, rilevati dalla Cdc di Parma, sono scivolati, in media, del 24% nel triennio per la stagionatura 12 mesi e oltre. Il prezzo di novembre è indicato a 7,45 euro al chilo, -18% rispetto a un anno fa.
Secondo le rilevazioni di Iri, le vendite nella gdo, sono aumentate, nell’anno terminante a ottobre, del 3,2% a volume e del 2,1% a valore. Il fatturato è di 153 milioni. I primi tre produttori – Parmareggio, Ferrari e Ambrosi – si sono ritagliati una quota di mercato del 55,8%.
Il Sole 24 Ore – 24 novembre 2014