Dicono che i più stretti collaboratori del generale Darryl Williams non vedessero l’ora che questa maldigerita quarantena finisse. Più che l’improbabile/impossibile contagio di ebola, temevano il suo iperattivismo che l’isolamento, lungi dal limitare, ha infatti finito per aumentare. Facendo fare gli straordinari a tutti i sottoposti. Oggi, almeno per il primo gruppo di dieci soldati di Us Army Africa rientrati dalla Liberia con lo stesso Williams, scade la quarantena imposta a sorpresa, e tra le polemiche, dal Pentagono.
Tutto è filato liscio, o quasi. C’è stato solo un momento di panico quando un sabato sera ufficiale è stato colto da un attacco di cuore. A quel punto si è capito che non era certo ebola il principale rischio da cui guardarsi. Tanto che i medici del Suem chiamati in tutta fretta, dopo aver accertato che il militare non presentasse i sintomi di ebola (unica condizione prevista dai protocolli internazionali perché si possa trasmettere il virus), lo hanno trattato come un paziente normale, ricoverandolo in cardiologia
Giornale di Viceznza – 15 novembre 2014