«Pur nel doveroso rispetto della decisione del Tribunale di Belluno, l’Azienda non può non esprimere stupore e disagio». L’Usl 2 di Feltre non ha preso bene la fresca sentenza che la condanna al pagamento di 6,2 milioni di euro a 19 ex dirigenti.
L’oggetto del contendere è l’erogazione dei premi di risultato di ben 20 anni fa: gli interessi dal 1994 a oggi hanno fatto lievitare incredibilmente la somma che, secondo i dirigenti, l’azienda avrebbe dovuto corrispondere ai tempi. Tutta colpa di una norma sibillina, che ha trascinato nei guai anche altre Aziende sanitarie italiane. In pratica, le Ulss disponevano di un fondo per i premi di risultato, da erogare secondo i principi enunciati da una legge che, tuttavia, sarebbe risultata interpretabile.
In sintesi, non c’era una grande chiarezza su come spartire i fondi a disposizione. Così, i 19 dirigenti dell’Azienda feltrina hanno effettivamente ricevuto un premio di risultato, che però hanno giudicato troppo scarno interpretando la norma in modo differente. Da parte sua, l’Ulss 2 ha difeso i criteri di spartizione del premio tra le diverse categorie di dipendenti, e così la faccenda si è trascinata in tribunale. Il tempo è passato, gli interessi hanno fatto lievitare la cifra, il Tribunale di Belluno ha dato ragione ai dirigenti e si è creato un problema da 6,2 milioni di euro. L’Ulss feltrina si è detta «fermamente convinta della correttezza della sua posizione anche processuale e determinata ad assumere ogni iniziativa possibile, non solo sul piano processuale, per porre rimedio ad una gravissima situazione di disparità di trattamento tra i suoi dipendenti che la sentenza determina».
Andrea Zucco – Corriere del Veneto – 14 novembre 2014