Allargare i costi standard anche ai ministeri per recuperare risorse. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, spiega il percorso di lavoro in corso con il Governo in merito alla legge di stabilità e alle revisioni proposte dalle Regioni.
Ci sono le condizioni per trovare un accordo: «vedremo se all’accordo metodologico seguirà anche l’accordo sui contenuti. Io credo che ci siano le condizioni per farlo. Nel percorso di lavoro definito durante il confronto con il Governo sulla legge di stabilità – afferma Chiamparino – abbiamo individuato due punti: rendere più ‘stringente’ per il 2015 il ‘patto sulla salute’ e introdurre la logica dei costi standard anche fuori dalla Sanità, nei ministeri».
«Il patto sulla salute – spiega Chiamparino – possiamo renderlo più ‘stringente’, ed è l’impegno che ci siamo presi; ma abbiamo chiesto come contropartita di riattivare dei progetti di investimento per poter ricominciare a fare investimenti nell’edilizia sanitaria».
«L’altra proposta che abbiamo fatto – aggiunge il presidente della Conferenza delle Regioni – è quella di introdurre i costi standard anche sulle attività dei ministeri, anche se comprendiamo che è diverso valutare il prezzo di una siringa e quello di una prestazione amministrativa».
Chiamparino comunque riafferma lo spirito di leale collaborazione istituzionale sulla manovra economica, «anche perché il Governo e il Parlamento stanno facendo una riforma costituzionale per il superamento del bicameralismo che è imperniata sul ruolo delle Regioni e delle autonomie locali».
Chiamparino interviene anche sul rapporto tra risorse economiche e le Regioni a statuto speciale. «In materia di titolo V – spiega – si dovrebbe affrontare la questione delle Regioni a Statuto speciale, anche perché come dice il film di Alain Resnais ‘La guerra è finita’. A distanza di 66 anni penso che una rivisitazione si possa fare. Questo non vuol dire cancellare autonomie ma aggiornarle, anche sul fronte della distribuzione delle risorse. Veniamo da una stagione in cui, dopo una riforma del Titolo V fatta non benissimo e poi un federalismo un po’ ideologico, ora serve una riforma che dia vera autonomia alle Regioni. Mi auguro che questa sia la volta buona di cambiare».
Sole sanità – 28 ottobre 2014