Emanuele Scarci. I semafori “salutistici” inglesi si diffondono anche in Olanda e in Scandinavia. E forse presto potrebbero essere adottati in altri Paesi se non interverrà l’Unione europea. Un bel guaio per il nostro export di formaggi, salumi e dolciari.
Ma anche per i consumatori che si priveranno di prelibatezze come il parmigianno e il prosciutto. Secondo il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani, in realtà “l’etichetta a semaforo sui prodotti alimentari, ideata dal Governo britannico e già replicata da Olanda e dai Paesi scandinavi, nasconde una nuova guerra commerciale tra nord e sud Europa, mascherata da esigenze salutistiche”. L’appello degli industriali italiani arriva a pochi giorni dalla decisione della Commissione sull’avvio di una procedura di infrazione nei confronti del Regno Unito, sostenuta da 18 Paesi, in gran parte mediterranei. Tra cui ovviamente l’Italia.
I semafori inglesi, già adottati dal 95% della grande distribuzione, consistono in etichette cromatiche – verde-giallo-rosso – sul packaging dei prodotti alimentari, a seconda degli ingredienti considerati “sani” o “pericolosi” (essenzialmente sale, zucchero, grassi) contenuti.
Secondo Ferrua ”non esistono cibi buoni e cattivi in sé: esistono soltanto diete giuste o sbagliate, a seconda di come i diversi alimenti vengono combinati. Per cui, classificare alimenti e bevande è fuorviante, non si basa su evidenze scientifiche appropriate e dà un giudizio semplicistico ed erroneo sul singolo prodotto”. Poi aggiunge: “In epoca di embargo russo queste misure configurano in realtà strumenti obliqui e scorretti di guerra commerciale. Alle istituzioni comunitarie, chiamate a decidere nei prossimi giorni, il compito di estirparli al più presto restituendo al consumatore la piena libertà di effettuare una scelta ragionata e basata sul proprio stile di vita”.
Il Sole 24 Ore – 16 settembre 2014