Un prestito «a tasso zero» tra un’azienda sanitaria e l’altra per aiutare chi, in questo momento, ha più bisogno di risorse. È la soluzione che arriva dalla Regione e che nasce dal decreto sulla ricapitalizzazione delle Usl e delle Aziende Ospedaliere. Un’operazione da un miliardo e mezzo (per la precisione 1.587 milioni) frutto di un accordo con il ministero dell’Economia, che prevede il rimborso di questa cifra in trenta rate annuali al tasso medio del 2,25%.
Un grosso impegno, per il servizio sanitario regionale, che mira in questo modo a ripianare, una volta per tutte, gli enti in perdita.Come già successo in altre occasioni, però, le aziende che a bilancio sono «messe meglio» devono fare un ulteriore sforzo. In provincia di Verona a farne le spese è l’Usl 22 di Bussolengo, che dal 2010 ha chiuso sempre in parità (se non con qualche avanzo) e che già due anni fa è stata oggetto di una «decurtazione» di 12 milioni per ripianare il bilancio regionale.All’azienda sanitaria dell’ovest veronese e del lago sarebbero dovuti andare 72,8 milioni per la ricapitalizzazione: ne arriveranno, almeno quest’anno, solo 2,8. I restanti 70 andranno all’Azienda Ospedaliera di Verona, che si impegna a restituirne sette all’anno per dieci anni, senza alcun interesse. Alle altre aziende veronesi, la 20 e la 21 riceveranno (senza trasferimenti di sorta) rispettivamente 80 e 39,6 milioni.Non si tratta di un caso unico: la stessa operazione, ben più ridotta, avverrà tra l’Usl 17 di Este in favore dall’Azienda Ospedaliera di Padova (per 25 milioni) e tra la 10 e la 13 (San Donà di Piave e Mirano) a favore dell’Usl 12 Veneziana. Di questo piano, i direttori generali sono stati informati la settimana scorsa. «In un certo senso – è il commento di Alessandro Dall’Ora, dg della 22 – sono quasi contento: abbiamo la certezza che ci arriveranno, nella prossima decade, sette milioni all’anno. Si tratta di una cifra importante».In passato, Dall’Ora, aveva fatto notare, come l’azienda di Bussolengo fosse, economicamente parlando, una sorta di Cenerentola tra le «colleghe» del Veneto. «I numeri parlano chiaro: dal 2008 in poi siamo sempre stati ben sotto alla media del riparto regionale. Nel 2013, addirittura, gli ultimi in assoluto: con 1.492 euro procapite, contro 1.554 di media, mentre alcune Usl viaggiano molto al di sopra di 1.600. In questa scala, essendo calcolata su ogni singolo residente dell’area, cento euro valgono, per noi, trenta milioni in totale».L’auspicio, per il direttore della 22, è «che venga applicato quello stesso principio per cui si è combattuto a livello statale: ovvero che le regioni più meritevoli possano investire quanto risparmiato. Ecco, così dovrebbe fare anche la Regione Veneto con i suoi “figlioli”, fatte salve alcune situazioni di emergenza».A maggio, l’Usl di Bussolengo ha chiuso il bilancio 2013 con un avanzo di 5.343.815 euro. Dal 2010 a questa parte, l’azienda ha risparmiato oltre 29 milioni. «Vorremmo poter investire quanto abbiamo – spiega Dall’Ora – i lavori non fare non mancano». Tra i più urgenti l’Hospice di Caprino e l’ospedale di Isola della Scala da convertire in punto di primo intervento e ospedale di comunità. Ma anche il centro riabilitativo di Malcesine «per decenni ignorato – precisa Dall’Ora – perché non si sapeva quale sarebbe stato il suo futuro, ora richiede interventi: in certi locali piove dentro».Nel corso del prossimo anno, inoltre, tornerà completamente in funzione l’ospedale Magalini di Villafranca, con il conseguente trasferimento di strutture e primariati secondo quanto stabilito dal piano sociosanitario.
Davide Orsato – Corriere di Verona – 16 agosto 2014