Due cani adulti e sette cuccioli, senza acqua né cibo, custoditi nel recinto di un’azienda chiusa per ferie. Nove cani di razza corsa sono stati liberati da uno stato di malnutrizione e sporcizia ed ora stanno lottando per sopravvivere.
Quella verificatasi venerdì scorso nella zona artigianale di Cologna, purtroppo, è l’ennesima storia di maltrattamento di quest’estate, dopo l’episodio del meticcio sorpreso in un pollaio e massacrato di bastonate e i tre casi di cani costretti a vivere su un balcone in precarie condizioni igieniche. Questa volta la salvezza degli amici a quattro zampe è giunta grazie alla sensibilità di un camionista e al pronto intervento della polizia locale.
Erano da poco passate le 11 di venerdì quando, lungo viale del Lavoro, il conducente di un autotreno si è fermato alla vista della pattuglia dei vigili urbani. L’uomo ha raccontato di aver scaricato la propria merce in un’azienda della zona e di aver udito dei latrati provenire da uno stabilimento vicino. Ricevute le informazioni sul luogo dove erano stati uditi i latrati, i vigili hanno individuato il capannone. Hanno scoperto che l’azienda in questione era chiusa per ferie dal 6 al 16 agosto. Utilizzando il passaggio di un’altra ditta, gli agenti hanno poi raggiunto il retro del fabbricato e hanno visto dove erano tenuti gli animali. In un appezzamento incolto, all’interno di un recinto creato con la rete elettrosaldata, hanno riconosciuto un cane maschio e una femmina di razza corsa – un molosside pugliese simile al mastino – deperiti e disidratati, estremamente agitati e sospettosi a causa della fame e della lontananza dal padrone.
Vicino alla femmina c’erano anche 12 cuccioli di pochi giorni, ancora con gli occhi chiusi. Cinque di loro erano morti, probabilmente per la mancanza di cibo. Gli altri sette erano molto deboli. Gli operai dell’azienda vicina hanno riferito che era da lunedì scorso che la situazione era così penosa e alcuni di loro avevano tentato in più occasioni di passare acqua ed alimenti alle bestiole, anche se non era stato facile per la presenza di un’alta siepe. Rientrati al comando, i vigili hanno informato il magistrato e chiesto di poter accedere all’area per liberare gli animali. Sono tornati allo stabilimento con il veterinario responsabile del Distretto 4 Mario Facchetti, il Servizio multizonale per l’accalappiamento – vista la mole non indifferente dei cani – e i pompieri per l’eventuale taglio della recinzione. Nel frattempo hanno anche avvertito il proprietario, che si è giustificato dicendo che era dovuto partire per urgenti incombenze lavorative e di aver lasciato l’incarico di nutrire i cani ad una conoscente. Ha inoltre negato di essere a conoscenza della cucciolata.
Dopo aver sedato i due adulti, i veterinari hanno potuto avvicinarsi ai cuccioli. Hanno constatato che a causa della disidratazione la cagna non aveva più latte. Per questo cinque dei 12 cagnolini non ce l’avevano fatta.
I piccoli sono approssimativamente nati fra domenica e lunedì. Essendo dotati di microchip, gli animali sono stati posti sotto sequestro e condotti alla pensione per animali «Città di Lonigo», convenzionata con l’Unione Adige Guà. Dalle prime notizie sembra che madre e cuccioli si stiano riprendendo, mentre è il maschio a destare preoccupazione. Il proprietario dei cani è stato denunciato. Gli vengono contestati i reati di uccisione di animali e di maltrattamenti.
Paola Bosaro – L’Arena – 11 agosto 2014