Padoan: congiuntura meno favorevole di quanto speravamo. Aumentano i giovani senza lavoro (43,7% con un +0,6% rispetto a giugno) toccando il drammatico record negativo del 1977, ma il tasso di disoccupazione (12,3%) fa registrare un piccolo calo (-0,3 punti su maggio). Scendono di poco anche i prezzi al consumo (0,1%). Sono in sintesi i dati diffusi ieri dall’Istat che nella nota di luglio lancia l’allarme: si sta andando verso una «sostanziale stagnazione».
Matteo Renzi conferma quanto già ammesso qualche giorno fa: «La situazione di crisi continua a picchiare e far male, i dati sono altalenanti: ogni giorno c’è un dato buono e uno negativo, un po’ come questa estate un po’ pazzarella». Poi il premier aggiunge: «L’occupazione è cresciuta, ma la crescita è decisamente più bassa di quello che ci aspettavamo (la previsione era +0,8% ndr ). Il Pil americano, che è riferimento per tutti, ha avuto prima segno negativo, poi positivo. Lo spread , che era a più di 200, è oggi più vicino a 150 con un risparmio evidente». Ma questo «non è sufficiente a risolvere i problemi del rapporto tra debito e Pil — precisa Renzi —. Non siamo in condizioni di avere quel percorso virtuoso che immaginavamo». Gli fa eco Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia: «La situazione economica è meno favorevole di quello che speravamo a inizio anno e questo incide sulla crescita e sui conti pubblici di tutti i Paesi. Questa situazione richiede più di uno sforzo a livello nazionale ed europeo». Dal canto suo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, pur soddisfatto per l’aumento di 50 mila occupati a giugno, è preoccupato dal tasso di disoccupazione giovanile anche perché «si accentua il divario territoriale per cui la nuova occupazione si concentra nelle regioni del Centro-Nord, mentre le restanti aree continuano a perdere terreno». Critiche da Renato Brunetta, capogruppo di FI alla Camera: «Il numero di occupati cresce sempre nei mesi estivi per effetto dei lavori stagionali per poi diminuire in autunno e inverno».
Analizzando i dati sulla disoccupazione, i giovani senza lavoro tra i 15 e i 24 anni sono 701 mila, precisa l’Istat, oltre uno su dieci (11,7%). L’Istituto segnala come la loro incidenza sia in calo di 0,1 punti su giugno e in aumento di 0,9 punti su base annua. Il numero complessivo di disoccupati, pari a 3 milioni 153 mila, diminuisce del 2,4% rispetto al mese precedente (meno 78 mila), mentre aumenta dello 0,8% su base annua (+26 mila). A giugno di quest’anno, invece, gli occupati sono 22 milioni 398 mila, in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente (+50 mila) e sostanzialmente invariati su base annua.
Non rassicura nemmeno il dato dell’inflazione, che a luglio cala allo 0,1% dallo 0,3% di giugno, scendendo così al livello più basso da agosto 2009: il rallentamento è dovuto principalmente ai prezzi degli energetici regolamentati. Su base mensile i prezzi al consumo sono in calo dello 0,1%, trainati da alimentari e beni energetici. Sul versante comunitario scende ancora, secondo la prima stima «rapida» di Eurostat, il tasso annuale dell’inflazione europea: in luglio è stimato allo 0,4% nell’eurozona, contro lo 0,5% di giugno.
Per quanto riguarda i prezzi alla produzione, l’Istat registra un aumento a giugno dello 0,1% rispetto al mese precedente e un calo dell’1,6% rispetto allo stesso mese del 2013. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno presentano variazioni positive dello 0,1% rispetto a maggio e variazioni negative dell’1,9% su base tendenziale. L’attuale fase di debolezza del ciclo produttivo dovrebbe proseguire nel terzo trimestre di quest’anno. In questo scenario le famiglie sono molto caute nel decidere tra consumo e risparmio e sulle imprese pesa la debolezza della domanda interna.
Francesco Di Frischia – Il Corriere della Sera – 1 agosto 2014