Il sindaco di Pressana Stefano Marzotto ha presentato un esposto contro ignoti per l’inquinamento da «Pfas». Ovvero le sostanze perfloro-alchiliche scoperte nelle acque distribuite dalle reti idriche pubbliche, così come nelle falde ed in fiumi e canali, giusto un anno fa in seguito ad un monitoraggio compiuto su indicazione dell’Unione Europea.
Si tratta di sostanze di origine chimica usate principalmente per rendere impermeabili carta, stoffa e stoviglie, la cui presenza nelle acque destinate ad uso umano costituisce un caso piuttosto particolare. Tanto che ad oggi non esiste una normativa specifica che ne fissi i limiti massimi di presenza a tutela della salute umana.
«Di certo», sottolinea Marzotto, «con questa iniziativa non intendo sostituirmi a nessuno. In veste di sindaco sto dando regolarmente attuazione a quanto viene dettato dalla Regione, però ritengo che non ci si possa limitare ad affrontare le emergenze e che sia anche necessario bloccare il problema all’origine». «Non dovrebbe essere difficile, per gli enti e le autorità competenti, individuare la fonte dell’inquinamento», scrive nell’esposto. Istanza che si conclude con la richiesta «che vengano individuati e penalmente perseguiti i responsabili dell’inquinamento».
Inquinamento che «è suscettibile di arrecare danno alla salute umana e causa costi ingenti per gli enti pubblici ed i cittadini». In particolare quelli dovuti all’abbattimento delle sostanze contaminanti, che deve essere realizzato da Acque Veronesi, la società che gestisce gli acquedotti, utilizzando filtri a carboni attivi dal valore molto elevato. Se già più volte era emersa la notizia che sul caso-Pfas sono in corso indagini giudiziarie – e nonostante più volte sia stata additata come causa dell’inquinamento un’azienda attiva da decenni a Trissino, nel Basso Vicentino – l’iniziativa di Marzotto costituisce comunque la prima azione di natura legale intrapresa da uno degli amministratori del Comuni del Basso Veronese – in tutto 13 – che da un anno stanno affrontando un problema che finora è stato parzialmente controllato ma non risolto.
L’Arena – 10 luglio 2014