La resa dei conti tra governatori sarà domani: Veneto e Lombardia hanno promesso battaglia, fino alla mancata intesa se sarà necessario, per evitare sorprese sui criteri di riparto secondo i costi standard. «Ci sono alcune Regioni – ha spiegato oggi il presidente lombardo Maroni – che vogliono tornare indietro e altre che vogliono andare avanti, noi vogliamo andare avanti: la Lombardia a esempio ha avuto 54 milioni di euro in più con il nuovo meccanismo, senza fare nulla se non presentare i propri conti, soldi che sono serviti per azzerare il ticket a 800mila lombardi». La bozza di Patto per la salute consegnata ai governatori per l’intesa
Ma il testo finale intanto c’è e, tranne modifiche di coordinamento ed eventuali ritocchi degli stessi presidenti dell’ultima ora per favorire l’intesa, è quello trasmesso lunedì 30 giugno ufficialmente alle Regioni.
Un testo di ventinove articoli (come anticipato questa mattina da Il Sole-24 Ore:VEDI) in cui sono previsti una serie di rinvii a ulteriori intese, come ad esempio per ticket e Lea. E che, «salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazioni del quadro macroeconomico», stanzia dal 2014 al 2016 337,5 miliardi (ma non solo: si ampliano i confini per investimenti e risorse per l’edilizia) con i «risparmi derivanti dall’applicazione delle misure contenute nel Patto» che «rimangono nella disponibilità delle singole Regioni per finalità sanitarie». Dizione questa voluta dall’Economia, ma che le Regioni sono pronte3 a chiedere di cancellare così come l’aggancio automatico del fabbisogno al Pil.
Fuori Patto – ma da realizzare a strettissimo giro – ci sono anche gli standard ospedalieri che la legge Balduzzi (189/2012) demanda a un regolamento concordato con le Regioni, già pronto ormai da oltre un anno, destinato ora a subire ritocchi annunciati.
Il testo contiene poi uina serie di novità che – è la promessa – faranno anche spendere meno razionalizzando e i risparmi – è scritto- rimarranno nel Servizio sanitario nazionale. Tra le voci di risparmio ci sono proprio i Lea (900 milioni in tre anni è la previsione) e i farmaci (VEDI).
Il Sole 24 Ore sanità – 2 luglio 2014