Orlando al Csm Il ministro: intervenire sulla prescrizione. E per il Consiglio superiore della magistratura «cambiare funzionamento ed elezione». «È necessario rafforzare gli strumenti di prevenzione e repressione della corruzione. È decisivo per l’immagine del Paese e la credibilità delle istituzioni».
A rispondere all’appello lanciato ieri dal ministro della Giustizia Andrea Orlando nel suo intervento al plenum del Csm ci ha pensato, quasi in tempo reale, la II commissione del Senato, adottando il testo base per l’esame dei vari ddl su corruzione, falso in bilancio e riciclaggio.
Confermata dunque l’accelerazione dell’iter – sollecitata in particolare dal M5S – dopo gli arresti per l’Expo 2015. Il via libera però non è stato dei più semplici: sul tavolo, in mattinata, c’era infatti la proposta, presentata dal relatore Nico D’Ascola (Ncd) di portare in Aula per il 27 maggio solo una parte del ddl di riferimento (AS 19, con la firma del presidente del Senato Pietro Grasso, tra le prime proposte depositate in questa legislatura), quella relativa ai reati contro la Pa. E, «per permettere una riflessione approfondita e serena», di lasciare decantare in commissione, fin dopo le Europee, le norme politicamente più delicate su autoriciclaggio e falso in bilancio.
Ma la proposta di disarticolare l’esame del provvedimento, appoggiata da Fi, Ncd e Gal, è stata respinta con 9 favorevoli e 9 contrari, anche grazie all’astensione di D’Ascola («per una questione di stile», spiega) e del presidente forzista della commissione, Francesco Nitto Palma. Passa invece l’adozione del testo base predisposto dal relatore, che a questo punto ha però votato contro, insieme a Fi. Con il Pd ha invece votato il M5S. Nitto Palma annuncia quindi emendamenti per «migliorare il testo» e farlo diventare «una vera arma contro la corruzione». Tra le richieste di modifica, il controllo dell’Authority Anticorruzione anche sugli appalti secretati, e l’ipotesi di far trasmettere dal Tar all’Autorità giudiziaria e all’Anticorruzione le sentenze riferite agli appalti (di competenza dei Tar). Soddisfatto per il voto Felice Casson, vicepresidente Pd della commissione, che parla di «importante passo in avanti per l’affermazione della legalità». L’esame “in blocco” del testo base permetterà il varo delle nuove norme su corruzione (previsto l’inasprimento delle pene), concussione (riunificazione delle due fattispecie attuali), l’introduzione del reato di autoriciclaggio e il ripristino della punibilità del falso in bilancio (modificato da una delle prime leggi ad personam di Berlusconi), «in una visione organica e per una lotta incisiva ed efficace ai comportamenti illegali».
Il termine per gli emendamenti al testo base scadrà il 22 maggio, mentre l’esame in Aula avverrà tra dal 27 al 29 maggio.
Sulla prescrizione, ribadisce la necessità di intervenire «incisivamente» per «assicurare l’effettivo svolgimento dei giudizi e la loro ragionevole durata» il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che davanti al Consiglio superiore della magistratura apre anche ad una «riflessione» sull’opportunità di riformare la legge che regola il funzionamento e l’elezione dei componenti del Csm, auspicata peraltro anche dal suo vicepresidente Michele Vietti.
Tra le “cose da fare” indicate dal ministro, che ha comunque riconosciuto alla sezione disciplinare del Csm «di avere svolto il proprio compito», anche la revisione del sistema disciplinare delle toghe. Da qui l’auspicio di una «seria ricerca» di migliori criteri per l’avvio dell’azione disciplinare, «salvaguardando il valore fondamentale dell’indipendenza del magistrato». Da riformare, per il Guardasigilli, anche le intercettazioni telefoniche, tema di nuovo attuale in giorni in cui i giornali hanno «paginate di conversazioni intercettate in cui non tutto è rilevante per l’indagine e, viceversa, qualcosa attenta alla riservatezza delle persone». «Le legislature passano – conclude Orlando – ma il problema resta irrisolto».
Il Sole 24 Ore – 15 maggio 2014