I controlli su Expo raddopiano. Al ruolo del ministero dell’Interno per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose si affianca, da ieri, l’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone.
Le prime linee guida del Viminale contro l’aggressione della criminalità organizzata agli appalti di Expo risalgono al 19 aprile 2011, integrate da una seconda edizione il 7 dicembre 2013 e una terza, più recente, del 14 aprile scorso. Nella riunione di ieri a Milano con il premier Matteo Renzi è stato deciso di istituire un ufficio presso la presidenza del Consiglio su Expo: una task force chiesta dallo stesso commissario, Giuseppe Sala.
L’Autorità anticorruzione (Anac) e in particolare il suo presidente Raffaele Cantone «assumono la responsabilità della supervisione delle procedure e della trasparenza amministrativa – sottolinea un comunicato – di Expo 2015 e garantiscono il presidio delle commissioni di gara per l’aggiudicazione degli appalti». «Va fatto ogni sforzo perché l’Expo sia “mafia e mazzette free”» dice a Radio 24 il ministro dell’Interno, Angelino Alfano». E Raffaele Cantone sostiene la necessità di reintrodurre reati come il falso in bilancio e rivedere i tempi della prescrizione: «Sarebbe utilissimo, così come sarebbe opportuno qualche ritocco alla legge Severino, soprattutto per dare maggiori poteri all’Autorità anti-corruzione».
Cantone sottolinea anche che l’auto riciclaggio «è un reato senz’altro da introdurre». Una bozza di disegno di legge è già stata definita dai ministeri dell’Interno e di Grazia e giustizia, pronta o quasi ad approdare a palazzo Chigi. Intanto il presidente del Senato Pietro Grasso ha convocato la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama per mettere in calendario il ddl anticorruzione: la richiesta, che ha come primo firmatario proprio Grasso, è stata avanzata dal Movimento 5 Stelle.
Si chiariscono, poi, i contorni delle linee guida dell’Interno sui controlli per l’Expo varate il mese scorso – oggetto di una polemica vivace lunedì scorso nella commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi – emanate dal Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza grandi opere.
È un documento di sei pagine che, benché introduca controlli con un minor grado di rigidità di quelli svolti finora, in realtà lancia un allarme. Dice in sostanza il testo: attenzione, ormai sui cantieri le verifiche antimafia – perché di questo si occupa il Viminale, non di rischio-tangenti ormai appannaggio dell’Anticorruzione – si sono svolte. Ma ora, è l’allerta dell’Interno, arrivano decine e decine di contratti sugli allestimenti degli stand, le forniture di servizi, l’organizzazione di eventi: con «una situazione di turn over estremamente dinamica e allo stesso tempo frammentata e pulviscolare» si legge nelle linee guida. Il Viminale, dunque, fa una scelta: fra tutte queste nuove attività, lasciare sotto i controlli più stringenti quelle a rischio maggiore e «fluidificare» per le altre le verifiche antimafia.
Restano così nel regime già in atto, quello di massimo rigore, le attività di ristorazione e di catering, di pulizia delle aree interne ed esterne dei padiglioni, di sistemazione e manutenzione delle aree destinate al verde. Per le attività di realizzazione e allestimento degli stand e di organizzazione di eventi, invece, il meccanismo tradizionale di controllo antimafia opera adesso solo per i contratti di importo superiore a 100mila euro, limite comunque inferiore a quello previsto dal Codice antimafia pari a 150mila. L’impresa dovrà in questo caso autocertificare l’assenza di situazioni interdittive previste dal Codice antimafia. Altre attività per le singole manifestazioni come la copertura mediatica o il ricevimento e assistenza ospiti avranno i controlli ordinari solo se il contratto è superiore ai 150mila euro e anche in questo caso, se l’importo è inferiore, scatta l’autocertificazione. Resta comunque l’ipotesi, ricordano le linee guida, che «il Prefetto di Milano potrà procedere ad un potenziamento della “task force” già istituita presso la prefettura di Milano, attraverso l’apporto di ulteriore personale delle Forze di polizia, nonché di personale del Corpo di polizia locale di Milano».
Il Sole 24 Ore – 14 maggio 2014