La società Expo 2015 si riorganizzerà internamente per coprire quanto prima la lacuna lasciata da Angelo Paris, responsabile degli appalti, di fatto il vertice operativo della macchina della società di gestione, finito ieri in custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. È questa la volontà del commissario unico e ad di Expo Giuseppe Sala, attorno al quale tutti fanno quadrato. A cominciare dal governo.
Anche il premier Matteo Renzi, per solidarizzare con lui e dimostrare di credere nell’evento universale del 2015, andrà a Milano martedì prossimo insieme al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina che ha le deleghe all’Expo, e al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. «Massima fiducia nella magistratura e massima severità se sono stati commessi reati – ha commentato a caldo Renzi – ma la politica non metta becco». Ieri si sono susseguite anche indiscrezioni intorno a possibili dimissioni dello stesso commissario, che tuttavia smentisce.
Non si conosce ancora il nome del sostituto di Paris, ma le indiscrezioni già parlano di uno dei suoi vice, per dare continuità ai lavori e non perdersi in passaggi di consegne. I tempi infatti stringono, l’Expo è alle porte, e questa inchiesta, arrivata subito dopo quella sulla società Infrastrutture lombarde (indirettamente connessa all’evento universale in quanto responsabile della Direzione dei lavori della piastra), mette a dura prova la società di gestione. I due ruoli operativi apicali sono stati infatti azzerati nel giro di un mese: prima con l’arresto di Antonio Rognoni, ai vertici di Infrastrutture lombarde (e nuovamente coinvolto in quest’ultima retata di arresti), e adesso con Paris.
Nel giro di un mese non ci sono più né il direttore dei lavori né il responsabile unico del progetto (Rup). Quindi ora si dovrà procedere in fretta a ripristinare l’operatività senza interruzioni. Per quanto riguarda la Direzione dei lavori dovrebbe arrivare tra pochi giorni un super manager, di cui si era parlato all’indomani dell’arresto di Rognoni, in questo momento sostituito dal suo vice Riccardo Robuschi. Il nuovo Rup invece arriverà quanto prima.
Intanto, le due grandi opere finite nel mirino degli inquirenti perché i vertici delle società appaltatrici avrebbero pagato tangenti – le vie d’acqua di Expo e il sito urbanistico di Cascina Merlata – non subiranno interruzioni: i cantieri proseguono con le stesse società che hanno iniziato i lavori, fanno sapere dalla sede di via Rovello. Sotto inchiesta infatti ci sono i diretti responsabili della corruzione, non le intere aziende. Non ci saranno dunque sostituzioni, che peraltro comprometterebbero gravemente il cronoprogramma di Expo.
Ora i vertici della società di gestione analizzano per conto proprio documenti, rapporti e appalti per capire quanto diffuse o meno possano essere state la corruzione e la turbativa d’asta, i reati ipotizzati dalla Procura di Milano. «La gravità dei fatti emersi oggi, l’importanza di Expo per l’Italia e l’assoluta convinzione che la legalità sia il valore fondante del lavoro di chi opera per il Paese – ha detto ieri il commissario Sala che ha ricevuto parole di apprezzamento e solidarietà da parte del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e del ministro Martina – mi obbligano a riflettere a fondo sulle modalità di conduzione di Expo nel suo ultimo anno di preparazione. Entro martedì, prima dell’incontro con il presidente del Consiglio, esaminerò quali siano le migliori condizioni di lavoro nel rispetto della legalità».
La società di gestione è stata parzialmente rassicurata anche dalle parole del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati il quale ha sottolineato la volontà di recidere «nel più breve tempo possibile i rami malati per consentire ad Expo di ripartire al più presto». Dichiarazione, questa, che lascia sperare che l’inchiesta non andrà oltre il ruolo di Paris.
Il riassetto della società di gestione sarà seguito con massima attenzione dal governo, fanno sapere fonti dell’esecutivo. Il primo compito è dimostrare massima compattezza nella volontà di rispettare accordi e cronoprogramma. Proprio ieri il ministro dell’Economia, in un incontro già previsto, ha incassato dal presidente Jim Yong Kim l’impegno della Banca Mondiale a partecipare alla manifestazione. L’intenzione del governo è salvaguardare l’immagine della kermesse che, sottolinea il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, «è un’occasione straordinaria per far conoscere a tutto il mondo le nostre eccellenze. E sono convinta che, nonostante tutto, sarà un grande successo». «Due giorni fa – aggiunge a sua volta il ministro Lupi – ho sbloccato altri 141 milioni di euro per le infrastrutture che riguardano Expo. Garantire la massima trasparenza dei lavori è impegno nostro e scopo dell’azione della magistratura».
Il Sole 24 Ore – 9 maggio 2014