Più produci e più perdi. Ci sono allevatori di bovini da carne veronesi che hanno drasticamente ridotto l’attività. La colpa non è tanto del prezzo dell’acquisto del vitello o dei mangimi, quanto del prezzo della carne non più remunerativo. Verona però resiste come centro primario di commercializzazione con quattro grandi protagonisti dall’allevamento alla macellazione alla vendita in tutta l’area del Mediterraneo come Vicentini Carni di Engazzà, Lanza di Negrar, Olivieri di Pastrengo e Bencarni di Bagnolo, affiancati da altri minori.
I quattro “grandi” fatturano, globalmente oltre 300 milioni di euro. Un’iniezione importante per la zootecnia, i trasporti e la trasformazione. “Siamo leader in ltalia” dice Carlo Vicentini ad dell’azienda di famiglia “perché il mercato premia la nostra storia, la nostra professionalità. Verona ha un primato negli allevamenti come nella commercializzazione che va difeso.
Il problema è che vitelli, scottone e vitelloni non trovano prezzi che ripaghino gli allevatori nonostante i consumi si siano stabilizzati. Verona parte una campagna a sostegno del consumo delle carni bovine. Carlo Vicentini si è posto come portavoce del settore e parte ricordando che uno studio recente dell’Università di Graz in Austria e uno studio che arriva dagli Usa. “Il nostro studio”, dicono i ricercatori austriaci, “smentendo precedenti conclusioni, ha dimostrato che gli adulti che consumano una dieta esclusivamente vegetariana sono meno sani – in termini di cancro, allergie e disturbi di salute mentale – hanno una minor qualità di vita e richiedono maggiori trattamenti medici”. Per questo, sulla base di queste ricerche i produttivi anche in Austria richiedono un forte programma di salute pubblica per la riduzione dei rischi per la salute che comprenda anche un equilibrato consumo di carne.
L’Arena – 6 maggio 2014