UN TAGLIO secco ai permessi sindacali, che saranno dimezzati, e niente tavoli aperti al confronto: si passa alla consultazione online. I sindacati, come qualsiasi degli oltre tre milioni di dipendenti pubblici cui è stata inviata la lettera firmata dal premier Renzi e dal ministro Madia, potranno dire la loro sulla riforma della pubblica amministrazione che verrà.
«Noi lasciamo 40 giorni di confronto sulla riforma. Per la discussione dei dipendenti, delle forze sindacali — se vogliono fare avere la loro opinione — e del mondo produttivo » ha detto ieri Renzi. «Non è una generica apertura di dialogo, ma l’indicazione di scelte di fondo» ha precisato. E comunque sia, la data di scadenza della consultazione non lascia dubbi: venerdì 13 giugno il governo presenterà un decreto e un disegno di legge delega. Di fatti il nuovo metodo sconvolge una prassi applicata da anni e mette i sindacati e loro rappresentati sullo stesso livello, visto che lo strumento di comunicazione usato sarà lo stesso. Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le sigle autonome, a quanto pare, non avranno un canale di trattativa preferenziale: «Spero non abbiano nulla in contrario se consultiamo i lavoratori, d’altronde i referendum li fanno anche loro» ha detto il ministro Madia, augurandosi «un confronto puntuale » con le parti sociali. «Attenti alla foga del fare, il governo non si muova contro i lavoratori» aveva avvertito Susanna Camusso, leader della Cgil. Il settore pubblico già sconta contratti e salari fermi dal 2010, e vista la mancanza di risorse, nel Dpef si accenna ad una vacanza contrattuale che potrebbe durare fino al 2020. Il nuovo metodo non rasserenerà il clima.
( l. gr.) – Corriere della Sera – 2 maggio 2014