Francesco Grignetti. Dato che bisogna risparmiare, anche le scorte ai potenti devono essere asciugate. Un vecchio refrain. Ogni tanto un ministro dell’Interno ci prova a risparmiare uomini e soldi su questo fronte. Invano. Ma mai come stavolta il ministro, Angelino Alfano, ha l’imperativo di risparmiare. Ed ecco che ieri ha inviato una circolare ai prefetti perché rivedano drasticamente le scorte che dipendono da loro. Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia sono 585 le scorte e impegnano tra i 2000 e i 3000 carabinieri, poliziotti, finanzieri e guardie penitenziarie.
Di queste, meno di venti sono le scorte classificate di primo livello, che impegnano 3 auto blindate e una decina di agenti per turno. Ossia 30 agenti nell’arco della giornata. Senza mai ridurre l’attenzione. Ovviamente queste sono scorte che vengono mobilitate solo per le massime cariche dello Stato e per tutti i soggetti «esposti a straordinari pericoli» per via dell’incarico che ricoprono. Il rischio, in questi casi, dev’essere «imminente ed elevato». Altre ottanta sono le scorte di secondo livello: hanno a disposizione due auto blindate e 6 agenti. Ovviamente per turno. L’impegno va moltiplicato per tre. Ma anche questi sono soggetti da proteggere con particolare attenzione. E qui non si interverrà mai con le forbici.
C’è poi tutto il resto. Le scorte di terzo (2 agenti e una vettura blindata) e quarto livello (un’auto non blindata e 1 persona di scorta). Sarebbero 312 quelle del terzo livello e 100 di quarto livello. Questi due livelli, da soli, impegnano l’80% delle scorte.
«La valutazione sull’esposizione a rischio potenziale – scrive Alfano ai prefetti – dovrà essere ricondotta non a generiche minacce o intimidazioni, ma alla motivata possibilità di compimento di azioni criminose dirette a ledere l’incolumità fisica del soggetto». Occorrerà che ci siano «elementi informativi attendibili o episodi significativi di pericolo», e poi naturalmente la «particolare capacità offensiva dell’organizzazione criminale di riferimento».
È sulle 400 scorte demandate alle autorità periferiche, insomma, che il ministero vorrebbe usare la forbice. Meno scorte significherebbe recuperare agenti. E avere più macchine da vendere su E-bay piuttosto che curare in garage. Ma siccome prendersi la responsabilità di togliere la scorta a qualcuno è pesante, e espone a errori di valutazione, e qualcuno correrà dei rischi, la circolare di Alfano si conclude così: «Tutto ciò, ovviamente, mantenendo inalterata la soglia di attenzione verso le situazioni di esposizione a rischio e l’efficacia dei conseguenti dispositivi di protezione».
La direttiva, peraltro, prevede anche la possibilità di una sorta di «concorso spese» da parte di chi usufruisce della protezione, privato o ente pubblico. Si richiama infatti al rispetto della normativa che prevede «la possibilità, per il tutelato o l’Amministrazione di appartenenza o di riferimento, di porre a disposizione delle Forze di polizia di autovetture ed autista».
La Stampa – 29 marzo 2014