Sarà anche una leccornia locale, ma da ieri in Guinea è «vietato mangiare pipistrello». Le autorità del piccolo Paese dell’Africa occidentale hanno bandito la vendita e il consumo della carne dell’animale allo scopo di contrastare le occasioni conviviali che potrebbero accelerare l’avanzata del virus di Ebola che finora ha ucciso 62 persone.
E’ stato il ministro della Sanità a emanare il decreto anti pipistrello durante un giro nella regione delle foreste del Sud considerate l’epicentro dell’epidemia. Secondo le ricette della cucina locale la carne dell’alato mammifero viene fatta bollire in una sorta di zuppa piccante a base di peperoncino venduta nei locali dove la gente si ritrova a bere alcol. Un altro modo per cucinare il pipistrello è arrostirlo sul fuoco. Ebola si trasmette per contatto. Non ci sono cure o vaccini per il morbo che uccide dal 30 al 90% delle persone colpite. Medici Senza Frontiere ha allestito zone di quarantena nel Sud del Paese per cercare di arginare l’espandersi del virus che provoca mortali febbri emorragiche. Casi sospetti si registrano in Paesi vicini, come Liberia e Sierra Leone.
Epidemia di ebola, dopo le 59 morti in Guinea, altri 5 decessi sospetti in Liberia
I casi arrivano tutti dai distretti del sud-est della Guinea Conakry, vicini alla frontiera con la Liberia e la Sierra leone. La stessa Organizzazione mondiale della sanità ha confermato il bilancio dei decessi. Avviate le prime misure per prevenire l’ulteriore diffusione.
Nel sud della Guinea 59 persone sono morte a causa della febbre emorragica. A rischio anche la Liberia, con undici casi sospetti e cinque decessi sulle cui cause si sta indagando. I casi confermati finora arrivano tutti dai distretti del sud-est della Guinea Conakry, vicini alla frontiera con la Liberia e la Sierra leone. La stessa Organizzazione mondiale della sanità ha confermato il bilancio di 59 morti (su un totale di 86 casi), tutti in Guinea Conakry.
Il Ministero della Sanità (MOH), insieme con l’Oms e altri partner hanno avviato misure per controllare il focolaio e prevenire l’ulteriore diffusione. Sono già stati schierati in campo esperti per cercare attivamente e gestire i casi, oltre a sensibilizzare le comunità sulla prevenzione e il controllo delle epidemie. La stessa organizzazione di Medici senza frontiere Svizzera (MSF-CH) è all’opera nelle aree colpite e si sta occupando del trasporto dei campioni biologici dei casi sospetti ai laboratori internazionali di riferimento per i test.
Al momento l”Emerging and Dangerous Pathogens Laboratory Network (EDPLN) sta lavorando con il Laboratorio Guinea VHF di Donka, l’Institut Pasteur di Lione, l’Institut Pasteur di Dakar e il laboratorio febbre di Lassa Kenema in Sierra Leone per mettere a disposizione un’adeguata capacità diagnostica del Filovirus oltre che in Guinea anche in Sierra Leone.
26 marzo 2014