Dibattito acceso e maggioranza divisa alla Camera sulle disposizioni per la risoluzione consensuale del contratto di lavoro per dimissioni volontarie, approvate ieri in prima lettura con il voto favorevole di Pd, Sel, e Fi, il no di Ncd, M5S e Sc e l’astensione della Lega.
Sulle barricate contro l’obbligo di utilizzare moduli e numerati resi disponibili dagli uffici territoriali del Lavoro e validi 15 giorni dalla data di emissione soprattutto il Nuovo centrodestra. Il ddl, primo firmatario il segretario di Sel, Nichi Vendola, passa ora al Senato.
Ncd all’attacco: nuova burocrazia contro le imprese
Nel corso del dibattito, Sergio Pizzolante ha definito la riforma «figlia di un pregiudizio anti-impresa» e di «una cultura formalistica» che «debilita il nostro tessuto imprenditoriale con norme, vincoli, procedure burocratiche». Rincara la dose Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro e presidente dei senatori Ncd, che parla di «un appesantimento burocratico», capace di «far riemergere una sinistra ostile all’impresa che alla prima occasione pretende adempimenti anche se motivati da una patologia rarissima».
Bellanova (Pd): stop al ricatto per tante lavoratrici
Soddisfatta invece del via libera il sottosegretario al Lavoro e promotrice della riforma Teresa Bellanova (Pd), che sottolinea come si tratti di «una legge di civiltà e giustizia sociale» utile «a contrastare un fenomeno vergognoso, purtroppo ancora molto diffuso nel nostro paese». «Con questo strumento legislativo – conclude – si mette finalmente la parola fine alla triste pratica del ricatto subito da tante lavoratrici e lavoratori italiani».
Di Salvo (Sel): riforma un vantaggio per le imprese sane
Sulla stessa linea anche Titti Di Salvo (Sel) secondo cui il Parlamento «dopo la cancellazione della legge nel 2008 e le modifiche tortuose e inefficaci della legge Fornero, fa un passo in avanti per ripristinare un diritto, per sancire un principio: per lavorare non si deve sottostare a un ricatto. E questa regola é un vantaggio per le imprese sane. Sacconi e Grillo, che hanno avversato l’approvazione di questo provvedimento accampando motivazioni incomprensibili, possono stare tranquilli: con il modulo scaricabile gratis da internet, che prevede una numerazione progressiva e una scadenza certa, si previene il ricatto».
M5S: sbagliato cambiare le attuali procedure di convalida
Contro le nuove disposizioni anche i grillini, che sottolineano come l’articolo unico previsto dal ddl «svuota di valore il principio della convalida delle dimissioni volontarie presso le Direzioni territoriali del lavoro», procedura «pensata per tutelare le donne che stanno per sposarsi o sono mogli da meno di un anno, che sono incinte o madri da meno di tre anni, donne che subiscono spesso il ricatto dei datori di lavoro».
Le novità della riforma
Ma cosa prevede in dettaglio la riforma chiesta a gran voce da Sel e appoggiata dal Pd? La novità principale riguarda la presentazione delle dimissioni volontarie, quale che sia il tipo di contratto e il tipo di lavoro subordinato: la lettera che le formalizza dovrà infatti essere sottoscritta, pena la sua nullità, su appositi moduli messi a disposizione gratuitamente dalle Direzioni provinciali del lavoro, dagli uffici comunali e dai centri per l’impiego.
Moduli “a tempo”: validità 15 giorni
I moduli avranno validità di quindici giorni dall’emissione, e saranno scaricabili anche attraverso i siti internet del ministero del Lavoro e dei centri regionali per l’impiego. I moduli dovranno anche garantire la certezza dell’identità del richiedente, la riservatezza dei dati personali, e l’individuazione della data di rilascio, per permettere di verificare il rispetto del termine di validità.
Il Sole 24 Ore – 26 marzo 2014